Gli atleti azzurri sempre più multietnici

Si svolgeranno a Zurigo, da martedì 12 a domenica 17, gli europei di atletica leggera. Una “giovane” Italia proverà a farsi spazio tra le corazzate continentali di questa disciplina
Libania Grenot

Se si pensa a uno stadio che sia sinonimo di calcio, uno dei primi nomi che viene in mente è probabilmente il Maracanã di Rio de Janeiro. Volendo pensare ad uno che sia sinonimo di tennis, allora non si potrà non andare col pensiero a Wimbledon. Parlando di atletica leggera, invece, uno dei “templi” di questo sport è sicuramente il leggendario Stadio Letzigrund di Zurigo, un impianto che nel corso degli ultimi ottant’anni è stato teatro delle imprese dei più grandi campioni di questo sport.

Costruito nei primi anni venti, completamente ristrutturato in appena dodici mesi per ospitare gli incontri del campionato europeo di calcio del 2008, il Letzigrund è da considerarsi un vero e proprio gioiello architettonico, grazie anche a una struttura a “conchiglia” composta di 31 piloni per l’illuminazione. E sarà proprio al Letzigrund che, nei prossimi giorni, andranno in scena i campionati europei di atletica leggera, giunti alla loro ventiduesima edizione.

Scorrendo la composizione delle squadre partecipanti, balza subito all’occhio come ormai da qualche anno ci si trovi di fronte a uno scenario in evoluzione. In quasi tutte le delegazioni, infatti, vi è una sempre più fitta presenza di atleti naturalizzati (spesso aventi origini extraeuropee). Così, a Zurigo vedremo in gara tantissimi ragazzi e ragazze nati (e spesso cresciuti) in un altro continente, ora rappresentanti del Belgio o dell’Olanda, della Turchia o dei vari Paesi scandinavi. E non mancheranno i casi in cui a sfidarsi per le medaglie saranno proprio loro.

Si pensi ad esempio ai 1.500 metri femminili dove, con tutta probabilità, la lotta per il gradino più alto del podio sarà tra due ragazze nate in Etiopia, ma che ora hanno cambiato “bandiera sportiva” (rispettivamente Abeba Aregawi, che rappresenterà la Svezia, e Sifan Hassan, che a Zurigo difenderà i colori olandesi). D’altronde, lo scenario socio-politico che negli ultimi tempi ha profondamente cambiato il volto del nostro continente, non poteva non avere riscontro anche in questa manifestazione sportiva. Ecco allora che anche la rappresentativa italiana, con il passare degli anni, risulta essere sempre più composta di atleti provenienti da altri Paesi.

In tutto, tra gli 81 azzurri convocati per questi Europei, ce ne saranno ben 13 originari di Paesi come la Somalia o il Camerun, la Costa d’Avorio o il Marocco, la Repubblica Dominicana o Cuba, ma anche come la Bielorussia o l’Ucraina, a testimonianza di una crescente integrazione che inevitabilmente non poteva non toccare anche lo sport. Libania Grenot (nella foto di Marco Catapano), ad esempio, fortissima quattrocentista che rappresenta probabilmente una delle migliori chance di medaglia per la nostra squadra in questa rassegna continentale, è nata a Cuba, così come Yadisleidy Pedroso che, dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana nel febbraio del 2013, a Zurigo vedremo all’opera nei 400 ostacoli (con ottime possibilità di ben figurare).

Ma per i nostri atleti competere con le corazzate continentali di questo sport non sarà facile. Paesi come la Germania, che presenta campioni del calibro di Robert Harting (lancio del disco) e David Storl (getto del peso), come la Francia, capitanata dal fenomeno del salto con l’asta Renaud Lavillenie, come la Gran Bretagna, che sulla scia di quanto “seminato” in vista delle Olimpiadi di Londra 2012 può contare ora su una squadra formata da tanti giovani talenti, o ancora Paesi come la Russia, che a livello europeo vanta senza ombra di dubbio la più qualificata rappresentanza femminile – sono oggettivamente di un altro livello.

La nostra squadra, composta per circa il 50 per cento da atleti sotto i 25 anni, in questa occasione cercherà soprattutto di fare esperienza sia in vista dei mondiali del prossimo anno, in programma a Pechino, ma soprattutto in vista dei Giochi di Rio del 2016. Nell’attesa, qualche medaglia influirebbe positivamente sul morale di tutto il gruppo. Ce la possono fare i nostri maratoneti, in particolare nella prova femminile con la vicecampionessa mondiale in carica, Valeria Straneo, e con Anna Incerti, il cui bronzo conquistato agli europei di Barcellona del 2010 è diventato poi oro dopo le squalifiche (per doping) delle due avversarie che l’avevano preceduta sul traguardo in quella occasione.

Con un pizzico di fortuna una medaglia potrebbero regalarcela anche i nostri fuoriclasse del salto triplo Fabrizio Donato e Daniele Greco, rispettivamente terzo e quarto alle Olimpiadi di Londra del 2012, ma la cui condizione, a causa di alcuni infortuni, è tutta da verificare, così come quella di Alessia Trost, grande promessa dell’alto femminile. Chance anche per le nostre ragazze della steffetta 4×400, e per il gruppo della marcia, soprattutto grazie a Eleonora Giorgi, che a ottobre si laureerà in Economia alla Bocconi, splendido esempio di come si possa coniugare lo studio con lo sport di altissimo livello. Senza dimenticare le già citate Pedroso e Grenot, simbolo di un’Italia (e di una Europa) che sta diventando sempre più multietnica.

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