Gli artigiani consegnano le chiavi delle botteghe

Nel 2011, in Piemonte, hanno chiuso i battenti oltre 15 mila piccole aziende. Le associazioni di categoria chiedono un maggiore sostegno
Artigianato

Un gruppo di imprenditori e di rappresentanti delle associazioni di categoria degli artigiani del Piemonte si è riunito davanti alle prefetture degli otto capoluoghi di provincia per presentare ai prefetti la situazione di migliaia di piccole aziende artigianali piemontesi, l’ossatura del mondo imprenditoriale sabaudo, per chiedere interventi contro la crisi e simbolicamente consegnare le chiavi delle aziende.

Gli imprenditori presenti di fronte alle prefetture, alcune decine in ogni capoluogo, erano in rappresentanza delle migliaia di aziende che hanno chiuso i battenti nel 2011 e nei primi mesi del 2012. Dalle 15 alle 20mila in Piemonte, di cui quasi 7mila nella provincia di Torino, 1.284 nella provincia di Cuneo, la provincia che conta il numero di piccole aziende tra i più alti del Paese. Ai prefetti sono state consegnate simbolicamente le chiavi delle aziende in gravi difficoltà.

I vari presidenti provinciali di Cna, Confartigianato e Casartigiani, hanno consegnato anche una lettera con le richieste al governo affinché alleggerisca la pressione fiscale e dia regole a Equitalia sulla riscossione dei crediti. A Torino le chiavi sono state consegnate oltre al prefetto Alberto Di Pace, anche al presidente della regione Roberto Cota.

La crisi delle piccole aziende significa crisi di famiglie, perché dietro ognuno dei titolari c'è una famiglia. Le cause di una crisi che sta mettendo in ginocchio le aziende sono principalmente la sempre più lunga congiuntura economica e la pubblica amministrazione che non paga i conti: solo in Piemonte la pubblica amministrazione ha debiti con le aziende per almeno 15 miliardi di euro e le aziende non hanno più accesso alle banche. Tra le richieste fatte ci sono proprio quelle di allentare i vincoli del patto di stabilità degli enti locali per sbloccare i pagamenti verso le piccole imprese e per finanziare gli investimenti in favore di piccole opere immediatamente cantierabili, di definire il decreto salva imprese sbloccando i pagamenti non solo delle amministrazioni centrali, ma di tutto il sistema pubblico, compresi gli enti locali, di procedere urgentemente alla definizione di una normativa che consenta la compensazione tra debiti e crediti certificati.

«La consegna simbolica delle chiavi – spiega Pier Giorgio Felici, presidente regionale di Confartigianato Imprese – è stata l’occasione per rafforzare la denuncia di questa grave situazione, ma anche per fare proposte concrete, semplici e dagli effetti immediati. Alla regione chiediamo di proseguire sulla strada intrapresa, implementando ogni azione possibile in favore delle piccole imprese e dell’artigianato e patrimonializzando i confidi per sostenere il credito».

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