Gli Arazzi dei Gonzaga
Tornano a Mantova i tessuti della dinastia. Capolavori di storia e arte.
Ne avevano una collezione favolosa, i figli di Isabella d’Este: Federico, duca di Mantova, i fratelli Ercole, il cardinale e Ferrante, il condottiero. Due secoli d’arte, tessuti dagli arazzieri fiamminghi per decorare (e riscaldare) le dimore patrizie.
Ne tornano in 55, compresi i 18 già in loco, esposti nell’imponente Palazzo Te. Il Cinquecento era un secolo che impazziva per gli arazzi: tutte le dinastie ne volevano, anche papa Leone X che li aveva ordinati a Raffaello per adornare la Cappella Sistina, replicati in serie per decenni (vedi la foto della Pesca miracolosa). Una moda, ma anche l’amore per una forma d’arte che esprimeva una visione gloriosa della storia biblica o profana, esaltata dall’imitazione di opere pittoriche celebri e dallo sfarzo del colore. I quali, alla luce o all’ombra, emanavano riflessi d’oro che rendevano – e rendono – gli arazzi un paradiso per gli occhi e per la mente. Nessuno, allora come ora, pensa al lavoro lungo e faticoso degli artigiani-artisti per comporre queste “storie”. Davanti alla loro bellezza, la fatica veniva dimenticata. Anche oggi, in cui li ammiriamo, pur talvolta con i segni del tempo e dell’incuria umana.
Gli Arazzi dei Gonzaga nel rinascimento. Mantova, Palazzo Te, fino al 27/6 (cat. Skira).