Gli anticorpi di Mafia Capitale
Sono Raffaele Scamardì, assessore ai lavori pubblici e alla trasformazione urbana del più bel municipio di Roma (sono un po’ di parte), il XII Municipio che si estende per 73 Km quadrati, conta circa 150 mila abitanti, va dal centro alla periferia, da porta Portese a Malagrotta, con due riserve naturali, Villa Pamphili, l’azienda agricola inserita in un contesto urbano più grande d’Europa (quella di Castel di Guido), centina di Km di strade vicoli pertugi da gestire…
Il mio impegno in politica, tra molti episodi che lo hanno segnato, soprattutto di vita familiare, ha messo radici anche a seguito di una situazione specifica di sofferenza del mio territorio che per me è stata fondamentale: l’esperienza nella intricata vicenda del Residence Roma di via Bravetta, un residence adibito ad assistenza alloggiativa, noto a livello romano e nazionale per le storie di cronaca nera che vi sono accadute quando lo abitavano più di 630 famiglie disagiate, un problema che aveva scombussolato la vita di un intero quartiere, vie nelle vicinanze chiuse da cancelli per i continui furti, desertificato scuole – basti pensare che una scuola media che arrivava alla sezione P, quando la frequentavo, nel giro di pochi anni è stata chiusa… o nasce anche dall’incontro con persone eccezionali…
E così è stato con Chiara Lubich. Ricordo perfettamente quel momento, era il 20 maggio del 1995, un sabato e in un Palaeur gremito da circa 20000 giovani, in un silenzio soprannaturale ci disse “Giovani avete una vita sola, non sprecatela, puntate in alto!”… Quelle sue parole, parole di fuoco, hanno segnato la mia vita e ne sono diventate il programma.
Ma come concretizzarle? Non ho mai avuto dubbi: attraverso la Politica. Quella politica che ella stessa ha avuto il coraggio, oserei dire l’ardire, di definire l’“amore degli amori”, perché è grazie ad essa che si creano le condizioni affinchè tutti gli altri amori possano fiorire: l’amore dei giovani che vogliono sposarsi e hanno bisogno di una casa e di un lavoro, l’amore di chi vuole studiare e ha bisogno di scuole e di libri, l’amore di chi si dedica alla propria azienda e ha bisogno di strade e ferrovie, di regole certe. Una politica capace di raccogliere nell’unità di un disegno comune la ricchezza delle persone e dei gruppi, consentendo a ciascuno di realizzare liberamente la propria vocazione. Ma fa pure in modo che collaborino tra loro, facendo incontrare i bisogni con le risorse, le domande con le risposte, infondendo in tutti la fiducia gli uni negli altri.
A questo “dover essere” della politica si contrappone la realtà che sperimentiamo e viviamo quotidianamente… e la nota vicenda di Mafia Capitale e tutto ciò che giorno dopo giorno sta emergendo, ha scosso tutti noi che cerchiamo di amministrare questa città con amore e passione. Fatti di inaudita gravità sull’uso distorto del potete politico e sul malcostume ampiamente diffuso nella gestione della cosa pubblica, ci obbligano ad una decisa sterzata.
Come?
Sorge forte la necessità di persone che sappiano donarsi che in molti casi già sono all’opera (e qui ne vedo tanti tra amministratori e politici), non più rivolte solo alle esigenze della propria corrente partitica, del proprio tornaconto personale, del proprio gruppo di pressione, ma formata al bene comune, capaci di resistere alle lusinghe del Dio denaro e che abbiano la funzione di anticorpi ai mali della nostra società.
Politici “nuovi” da non lasciare soli alle loro quotidiane battaglie ma che, correttamente accompagnati da un corpo sociale sano, possano svolgere correttamente la loro delega in favore di un continuo e maggiore grado di sviluppo del territorio loro affidato, riscoprendo la bellezza del dialogo, dello scambio fecondo di idee, della partecipazione attiva. Ecco allora che modificare un senso di marcia di una strada, pedonalizzare o no una piazza, creare occasioni di incontro tra eletti ed elettori, sono linfa vitale per una corretta azione politica che, se trova l’unica occasione di confronto nel momento elettorale, è più probabile che riduca tutto ad un “Do ut des” clientelare…
Questo costa una enorme fatica soprattutto perché dobbiamo rimettere a posto molte cose, tutte insieme e a diversi livelli di complessità… e in più dovremmo essere tutti convinti di remare nella stessa direzione consapevoli che si esce da questa situazione solo con un cammino svolto insieme, in cordata.
Nel contempo dobbiamo incarnare questa profonda domanda di legalità che sgorga prepotentemente da tutti quelli che incontro e trasmetterla anche alla parte amministrativa coinvolgendola in questo enorme sforzo collettivo.
Che voglio dire con questo? Mi sto accorgendo che il vuoto di Politica, comportando una assenza di politiche (abitative, economiche, urbanistiche, ambientali e…) e quindi di una “visione” della città nel suo complesso, ha avuto come forte conseguenza la demotivazione di quei dipendenti pubblici che sono la spina dorsale su cui si regge lo stato, che cercano con il loro impegno di far funzionare una macchina nel suo complesso già guasta e che per di più sono stati costantemente scoraggiati quando hanno visto premiati colleghi che agivano in maniera poco rispettosa delle leggi e dei regolamenti solo perché spalleggiati dal politico di turno…
Credo, infatti, che le regole le abbiamo, abbiamo tutto scritto… anzi forse ne abbiamo troppe che molto spesso intrappolano gli onesti e lasciano spazi enormi a chi conosce i mezzi per arrivare prima… Ma senza personale correttamente motivato ed addestrato poco possiamo (come politici) di fronte alle esigenze quotidiane… Mi limito ad alcuni esempi che riguardano le mie deleghe: chi controlla se le imprese ripristinano il manto stradale secondo le specifiche del capitolato speciale di appalto rispettando i requisiti di quota, sagoma grado di costipamento e portanza” in modo tale da poter esser sicuri che alla prima pioggia quel’asfalto non salterà salvando così forse una vita umana? Chi controlla se dopo aver asfaltato la ditta completerà il lavoro a regola d’arte spazzando la strada per togliere quel brecciolino insidioso a moto e pedoni, o chi controlla se nel periodo di caduta delle foglie il servizio di raccolta fa passaggi più frequenti come previsto dal contratto di servizio prima che le stesse diventino fanghiglia scivolosa… o chi se le imprese di servizi che aprono trincee per riparare cavi o per metterne nuovi una volta che per errore rompono quel tubo di una caditoia di raccolta delle acque piovane la riparano invece di ricoprire il tutto in fretta evitando così allagamenti e probabili future aperture di voragini?…
Sento che da parte mia ci deve essere lo stesso impegno , dedizione, competenza e trasparenza nell’esercizio del mio mandato. Su questa base sono convinto che potremo ricostruire un rapporto di fiducia, stima reciproca e di orientamento al bene tra politica e amministrazione in modo tale che ognuno torni a far bene il proprio lavoro affinchè il disegno del mosaico che tutti insieme componiamo sia armonioso con tutte le tessere al loro giusto posto…
Mi rendo conto che così facendo, essendo fermi nell’onestà e non cadendo in facili compromessi non cambierò certo il mondo, ma almeno potrò ben dire di averci provato è ciò sarà tanto più vero quando questi sforzi sono condivisi e portati avanti insieme. Certo è che bisogna proprio crederci e mettersi in gioco sul serio, e per di più avere una fiducia totale nel compagno di viaggio anche se temi che userà contro di te quella confidenza che gli hai fatto poco prima, quando ti si volgerà contro proprio nel momento in cui senti che hai maggior bisogno di un alleato… e guardate che quest'ultima cosa che ho detto pesa… sapere a volte di camminare di fianco a chi sai già ti tradirà contiene in sé il senso del sacrificio, ma continui lo stesso perché sai che è un sacrificio per amore di un bene più grande che non è il mio, non il tuo, ma il nostro. È ora di un cambiamento radicale.
La Politica è scelta, io insieme a tanti altri e in tante parti del mondo abbiamo scelto.