Gli amici di Maria
Canale 5, ore 16,10, ogni pomeriggio. Si chiamano Dennis ed Ermanno, Simone e Gianluca. Sono gli amici di Maria i nuovi miti dei ragazzi italiani, gli unici ad essere invidiati per il fatto di frequentare un istituto ed essere giudicati tutti i giorni da inflessibili insegnanti. Tutti rigorosamente chiamati per nome, tanto per prendere le distanze dall’odiato mondo della scuola dove vige invece il cognome che fa tanto appello del prof e interrogazioni. Il preside è sempre Maria De Filippi che fa un po’ la mamma alla moda, un po’ la psicologa amica di famiglia. Saranno famosi si chiamava un tempo, ricordando una serie tv di successo. Adesso ha cambiato titolo ed è diventata la versione adolescenziale dei realityshow che la signora Costanzo conduce ogni pomeriggio. Attorno ai ragazzi che ballano, cantano, recitano, si muove infatti una tribù di fidanzati, nonne, mamme e sorelle pronte a perorare la causa del parente o dell’amico di turno. E così mentre gli studenti dell’Accademia sudano e cercano la loro strada davanti alle telecamere, il carrozzone piange per l’emozione, lancia accuse, pronuncia giudizi tecnici su un passo di danza o un acuto, si agita mostrando cartelli e magliette inneggianti al proprio beniamino, analizza con finezza (si fa per dire) la psicologia dei concorrenti. È il bello e il brutto della trasmissione. Avvilente è il chiacchiericcio da gogna televisiva che ripropone il vecchio modello familista- mammone con ragazzi bisognosi sempre di sottane dietro cui nascondersi, malgrado l’età per scelte mature e responsabili. Più interessante è invece lo sforzo di far tornare di moda generi quali la danza classica, il canto e il teatro, fino a qualche tempo fa non propriamente in cima ai consumi culturali e ai sogni professionali dei ragazzi italiani. Motore di tutto è la sfida. La scuola è seria e il metodo d’insegnamento è apprezzabile, la competizione può anche far passare il concetto positivo che per meritare l’Accademia bisogna sudare ci dice Chiara Grillo, cantautrice e insegnante in scuole per la valorizzazione di giovani talenti. Quello che è veramente diseducativo – prosegue – è la violazione della personalità dei ragazzi per fini di audience. In conservatorio i voti sono tenuti segreti, qui invece davanti a milioni di spettatori si espongono gli allievi a traumi ed umiliazioni che a quell’età possono essere devastanti. E poi il giudizio dovrebbe essere affidato a chi per esperienza e maturità ha la capacità di guardare il ragazzo nella sua interezza e abbia la sensibilità per dire anche ciò che non va. Fatto così, il rimprovero non è bocciatura, l’apprezzamento non è adulazione. In realtà Gli amici di Maria non è un programma che persegue l’obiettivo mecenatistico di promuovere l’arte. È il più efficace creatore di miti della tv privata. Una continua infornata di nuove star che serve a ingrossare gli ascolti di tutti i programmi della rete e a far lievitare gli introiti pubblicitari.