Gli altipiani della santità

A Cracovia-Lagiewniki, in pellegrinaggio al nuovo santuario della Divina Misericordia. Dal carisma di santa Faustina Kowalska una via di perfezione aperta a tutti
Cracovia-santuario della Divina misericordia

Se il più famoso santuario polacco è indubbiamente quello della Madonna di Jasna Gora, a Czestochowa, un sempre crescente numero di pellegrini, a partire dal 2002, ha come seconda meta a Lagiewniki, una zona  di Cracovia, il nuovo santuario della Divina Misericordia. Questa enorme chiesa-basilica si eleva là dove una volta sorgeva il convento delle suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, fondato nel 1891. Lì, nel periodo tra le due guerre mondiali, visse e morì Faustina Kowalska, un’umile e illetterata suora favorita da singolari esperienze mistiche. Attraverso di lei, infatti, Cristo trasmise alla Chiesa e al mondo il messaggio della divina misericordia, il cui culto – dopo la canonizzazione della stessa Kowalska durante il grande Giubileo del 2000 e i pellegrinaggi di Giovanni Paolo II a Lagiewniki nel 1997 e 2002 – è andato rapidamente sviluppandosi.
 
«Non c’è niente di cui l’uomo ha così bisogno come della misericordia divina, questo amore benigno, compassionevole, che eleva l’uomo verso gli altipiani della santità di Dio», ha affermato il papa polacco, indicando la medicina ai mali di cui soffre l’umanità in questo momento tragico della sua storia. Ma la più completa illustrazione al riguardo l’ha data nella enciclica Dives in misericordia dove, prendendo spunto dalla parabola del figliol prodigo, definisce la misericordia come quell’amore che, chinandosi su ogni miseria morale o fisica, è capace di rivalutare, promuovere e trarre il bene da tutte le forme di male esistenti nel mondo e nell’uomo. Un amore, quello di Dio, dai connotati “materni”: ciò che è parso una novità a qualcuno poco familiare con la Bibbia e con l’esperienza dei santi.
 
A dire il vero, anche il cristiano più convinto deve “purificare” continuamente il suo modo di pensare Dio, tanto è radicata in lui, a volte, l’idea del “giudice” capace di intimorire ma non di farsi amare. Non per niente la storia della Chiesa è punteggiata di interventi soprannaturali nei quali Cristo stesso corregge tale immagine distorta. E non per niente è proprio dallo sconvolgente incontro col vero volto di Dio che prende le mosse ogni “rinascita” nello Spirito.
 
La misericordia, dunque. Dono a disposizione di chiunque sappia accoglierlo con un atto di confidenza senza limiti, come pure dono da offrire ai propri simili. Da dove il papa ha colto l’incentivo per trattarne in questa che è una delle sue più ispirate encicliche? Proprio dal messaggio spirituale di suor Faustina Kowalska, messaggio che è anche l’anima del movimento popolare che, muovendo i primi passi già durante la vita terrena della religiosa, ha avuto sviluppi al di là di ogni previsione umana, tanto da comprendere oggi milioni di persone con varie vocazioni in tutto il mondo.
 
Inizialmente suor Faustina pensava che Gesù, di cui lei riportava fedelmente le parole in un diario, volesse la fondazione di un nuovo ordine (faceva parte, come si diceva, delle suore della Beata Vergine Maria della Misericordia), per cui redasse anche una traccia di regola e, insieme al suo padre spirituale, don Michal Sopoc´ko, cercò le persone che ne avrebbero fatto parte e il luogo in cui ospitarle. Presto però le fu chiaro che ciò che interessava al Signore era una grande opera ecclesiale che avrebbe abbracciato consacrati e laici.
 
Il suo esordio avvenne negli anni del secondo conflitto mondiale, quando profughi e soldati dell’armata polacca iniziarono a diffondere in molti Paesi il messaggio di speranza tramandato dalla religiosa, il cui segno visibile era l’immagine di Gesù Misericordioso. Paradossalmente furono proprio le difficili condizioni di vita e le grandi migrazioni di gente di quel periodo tremendo a favorirne la diffusione a largo raggio. Nel 1959 questo sviluppo spontaneo subì una battuta d’arresto in seguito alla necessità, da parte della Santa Sede, di studiare il fenomeno. Il periodo di riflessione, durato 19 anni, risultò provvidenziale: infatti per disposizione dell’allora card. Karol Wojtyla, metropolita di Cracovia, fu effettuata un’approfondita analisi degli scritti di suor Faustina, in vista della sua beatificazione, avvenuta nel 1993. Col risultato, insieme alla successiva ricerca teologica, di porre solide fondamenta per il culto legato alle rivelazioni da lei ricevute.
 
A partire dal 1978 assistiamo ad una rinnovata fioritura, grazie soprattutto alla pubblicazione della ricordata enciclica, alla beatificazione e successiva canonizzazione di suor Faustina, nonché alla visita del papa nel nuovo santuario di Cracovia-L/ agiewniki, centro irradiante del messaggio tramandato dalla religiosa polacca. Dal 2001 tutta la Chiesa celebra nella seconda domenica di Pasqua la festa della Divina Misericordia. Lo ha stabilito Giovanni Paolo II per realizzare una richiesta fatta alla Kowalska da Cristo stesso, che a tale ricorrenza legava la promessa: «In quel giorno, chi si accosterà alla sorgente della vita conseguirà la remissione totale delle colpe e delle pene».
 
Oggi il Movimento apostolico della Divina Misericordia è presente in tutto il mondo, oltre che in Polonia: dagli Stati Uniti alle Filippine, all’Inghilterra, alla Slovacchia, alla Germania, alla Cina, al Madagascar, all’Australia, al Sud America. È possibile partecipare sia come gruppi, associazioni e comunità sotto la guida di congregazioni religiose, di sacerdoti diocesani e di laici, sia come singoli fedeli che ne condividono lo spirito. A cosa si deve questa straordinaria espansione? Certo ai mezzi popolari rappresentati da preghiere semplici e dalle immagini di Gesù Misericordioso, facili da diffondere in milioni di esemplari; come pure agli impegni evangelici, accessibili a tutti. Ma soprattutto si spiega con l’appagamento di un’esigenza primaria dell’uomo: trovare una soluzione all’inquietudine che l’attanaglia davanti ai problemi fondamentali dell’esistenza. Chi sa di essere amato, immensamente amato da Dio, ritrova in sé le migliori energie con cui dare il suo contributo alla Chiesa e alla società, e al tempo stesso si sente capace di raggiungere “gli altipiani della santità”.
 

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