Gli indignati del web bocciano la Minetti
Ci hanno messo la faccia e il nome. Qualcuno ha aggiunto una sequela di insulti, qualcun altro è stato più elegante, spiegando con passione i motivi del dissenso. Ma tutti, migliaia e migliaia di uomini e donne, hanno protestato per lo stesso motivo: la decisione della Parah, nota azienda di costumi e di lingerie, di far sfilare con i modelli della prossima stagione Nicole Minetti, coinvolta nello scandalo del Bunga Bunga e nei festini addebitati all’ex premier Silvio Berlusconi.
Le foto della consigliera regionale della Lombardia impegnata a calcare la passerella in succinti bikini sono rimbalzate sui media per giorni, ma questa volta il popolo della rete, indignatissimo, ha deciso di far sentire la propria voce. Ha protestato ed ha ottenuto un risultato. Le scuse dell’amministratore delegato della Parah, che – preoccupatissimo – ha assicurato che l’azienda non ingaggerà mai più la Minetti. È bastato? Niente affatto.
Le persone sono stanche di essere trattate male, di assistere a pubblicità che impongono modelli sbagliati, e l’hanno scritto in maiuscolo sulla bacheca Facebook dell’azienda. “La scelta di far sfilare la Minetti – scrive Patrizia – è stata abbastanza infelice. Il messaggio trasmesso è pessimo per le donne di buonsenso, ma forse la vostra intenzione è di rivolgervi ad un’altra clientela…”. “Sono rimasto piacevolmente sorpreso da tutta l'indignazione che ha creato la sfilata della Minetti – scrive Vittorio – bisogna gridare l'indignazione in qualsiasi modo di fronte a queste cose”.
E tra chi annuncia di aver avviato il boicottaggio dei prodotti, c’è chi come Rita non ha accettato le scuse dei vertici aziendali affermando che: “Ormai è troppo tardi. Avete dato uno schiaffo in faccia all’Italia che lavora”. Per Silvia, quelli della Parah se la sono “proprio andata a cercare! Avete mancato di tatto, sensibilità, di acume, di strategia, di intelligenza verso tutte le ragazze e le donne non solo d'Italia, ma di tutto il mondo. Peccato: un'azienda italiana con un ottimo prodotto che si autoelimina per una scelta non pensata con il cuore, l'anima e la testa”.
Cosa serve anche nelle pubblicità? Lo scrive Valentina: “Ci vuole veramente classe, intelligenza e rispetto anche nelle scelte commerciali, non è vero che basta parlare di un prodotto! Un prodotto rappresenta dei valori e in questo momento storico, civile e politico avete toppato, alla grande. Dovreste rabbrividire…”.
Naturalmente c’è già chi, proprio sull’onda delle proteste, ha deciso di ingaggiare la Minetti per altre sfilate, rivolgendosi, indubbiamente, ad un pubblico diverso.