Giustizia sociale. Segnali di vita dopo la lunga notte

Dalla parrocchia di Pomigliano d’Arco che apre un fondo solidale con la Fiom di Landini, allo scandalo della povertà minorile documentato da Save the Children, esperti e testimoni diretti. La proposta del Mppu di un seminario aperto tra parlamentari e associazioni per contribuire a dare priorità nella lotta alle diseguaglianze    
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La ricerca della giustizia sociale ha subito una fase di eclisse nella pratica e nell’orizzonte ideale degli ultimi decenni.  Lo ha confermato Maurizio Landini segretario generale della Fiom Cgil che intervenendo all’incontro sulle periferie promosso durante Loppiano Lab 2015, ha detto «Una situazione così difficile come adesso non l'ho mai vissuta, il livello di competizione tra le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare non è mai stato come ora. Se i sindacati non sono in grado di impedire questa competizione, non solo non servono a nulla, ma rischiano anche di scomparire».

 

Landini ha parlato davanti ad una folta e attenta platea precisando di portare il  punto di vista della sua esperienza che lo ha portato, recentemente,  a creare un fondo di solidarietà aperto a favore dei lavoratori disoccupati, cassintegrati e precari a Pomigliano d’Arco (NA) su iniziativa della Caritas della parrocchia san Felice in Pincis e Libera.  L’idea è nata per offrire una risposta a quella solitudine e disperazione che accompagna la vicenda di troppi lavoratori rimasti fuori dai cancelli delle fabbriche in una crisi che continua ad essere gravissima in un Paese che vede comunque la ricchezza privata detenuta da pochi raggiungere i primi posti a livello europeo.

 

Davanti a coloro che si sono tolti la vita perché senza reddito e  un lavoro dignitoso, dopo aver assistito chi ha deciso di fare lo sciopero della fame e delle cure per protestare contro l’espulsione dal lavoro nel pieno della maturità, don Peppino Gambardella e l’osservatorio politico parrocchiale hanno invitato gli operai richiamati in servizio dalla Fiat a destinare l’equivalente del l’orario straordinario al “fondo legami di solidarietà”. La logica della condivisione risale alle origini del movimento operaio, alla resistenza verso la competizione autodistruttiva (“mors tua vita mea”).

 

Questa storia è di grande attualità e consonanza con tutto ciò che papa Francesco ripete incessantemente riconoscendo nell’azione dei movimenti popolari la risposta coerente al “mercato divinizzato”. Don Peppino non è nuovo a questo coinvolgimento, in passato si è sdraiato assieme agli operai dell’Alenia per evitare che venisse smantellata la fabbrica, ma questo tipo di azione sociale non è più così diffusa, perché è come se fosse intervenuta una forte sedazione o semplicemente l’accettazione della sconfitta davanti al potere della finanza che decide in modo impalpabile del destino di interi territori e comunità.

 

Non si spiegherebbe altrimenti la mancanza di indignazione verso la crescita della povertà. Quella “assoluta” è raddoppiata dal 2007 al 2014, un milione di bambini sono in condizioni di forte deprivazione fino alla mancanza di cibo, come ha ricordato, nello stesso incontro, Arianna Saulini dell’associazione Save the Children, attiva in Italia, fin dal 1920, descrivendo l’estrema marginalità e sfruttamento dei bambini migranti nell’Italia 2015 dove, come ha descritto Riccardo Bosi, medico pediatra a Roma, esistono le due città, quella “bene” e quella segregata, intrappolata dentro condizioni di marginalità destinate a perpetuarsi con l’impoverimento morale della società intera che rischia la disgregazione e la rottura progressiva.

 

Bisogna rovesciare il punto di vista, ha detto  Franco Sciuto, neuropsichiatra infantile e garante dei diritti dei bambni nel comune di Siracusa. È la soggettività del minore, del senza voce, che permette di stabilire le condizioni giuste della convivenza. Questa prospettiva diventa la premessa di un azione politica intesa a rimuovere le condizioni strutturali di ingiustizia per Raffale Natalucci, studente universitario romano, che per due estati ha condiviso con altri giovani del cantiere legalità dei Giovani per un mondo unito, un campus nazionale dentro un quartiere periferico di Siracusa. Ma attenti, non si tratta della politica che si invoca come divinità dall’alto o come stanza dei bottoni da raggiungere per diventare,come si dice pomposamente, “nuova classe dirigente”.

 

Tutt’altro: è la percezione della scelta esistenziale di andare oltre la paura e “l’avarizia di salvarsi da soli” per citare don Milani che è presente con la sua lezione critica e creativa dentro tanti percorsi come quello, esposto da Simone Siliani,  di Novo Modo, il cantiere di buone pratiche, a Firenze, che ha mantenuto viva l’analisi e la prospettiva dei social forum mondiali di edificare un altro mondo possibile da quello disegnato da quelle teorie portatrici di un visione riduttiva e individualistica dell’essere umano.

 

Su questa linea deve intendersi la proposta di seminario aperto promosso per il 6 ottobre dal Movimento politico per l’Unità. Non si tratta di fare lobby, o intrattenere qualche rapporto privilegiato con qualche ministro o sottosegretario. Come ha affermato il presidente del Mppu, Silvio Minnetti,  «vogliamo creare spazio di vero dialogo tra posizioni diverse davanti allo scandalo dell’impoverimento progressivo della società italiana» in prossimità della legge di stabilità. Quello che sta avvenendo, infatti, non è l’esito di un destino ineluttabile ma il frutto di determinate scelte.

 

Come ha ricordato nel suo intervento Gennaro Iorio, docente di sociologia all’Università di Salerno, le politiche pubbliche di austerità sono state penalizzanti per il Sud provocando uno spostamento di risorse dal Meridione al Nord con la conseguenza che l’occupazione è scesa per la prima volta dalle rilevazioni Istat sotto la soglia dei 6 milioni, il tasso di occupazione è più basso della Grecia, il rischio povertà è tre volte maggiore rispetto al Nord mentre crolla il numero delle nascite e aumenta l’esercito dei giovani che emigrano.

 

L’appuntamento successivo del laboratorio Italia, che ogni anno sta compiendo una tappa di riflessione e conoscenza a Loppiano,  sarà quindi il 6 ottobre tra parlamentari e associazioni a partire da questa domanda:

«Bandendo ogni elargizione compassionevole e ingannevole, quali misure di politica sociale strutturali sono oggi necessarie per adempiere al compito della Repubblica (articolo 3 della Costituzione) di rimuovere “gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”?».

 

L'invito del seminario del 6 ottobre è scaricabile come allegato a questo articolo

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