Giù le maschere

Nel racconto autobiografico Giù le maschere Salvatore Striano, attore e scrittore napoletano, attinge al suo vissuto personale  per raccontarci una storia delicata e profonda che ci insegna a guardare la vita, ogni vita, soprattutto quella dei giovani e dei ragazzi, con occhi di speranza. Pubblichiamo qui la prefazione al libro.

Non è mai semplice scrivere la prefazione di un libro che deve essere ancora pubblicato.

È una solenne responsabilità: tu per primo stai esprimendo un’opinione su ciò che gli altri leggeranno dopo di te, che potranno condividere o meno, ma che in qualche modo influenzerà il loro metro di giudizio.

Ancora più difficile è scrivere un pezzo sul libro di un Amico, di un Autore di cui non conosci solo e parole stampate sulla carta, ma anche quelle che accompagnano la sua vita, giorno per giorno.

Se poi non bastasse, la straordinaria vita di questo Autore alza ancora di più la posta in gioco ed essere credibili, distaccati e disinteressati diventa quasi impossibile.

Sasà Striano, oggi, non è un solo uomo, è tanti uomini, tanti quanti sono stati gli incontri degli ultimi anni, girando le scuole e le carceri d’Italia. Perché Sasà, da questi confronti con i più fragili, ha raccolto la Ricchezza, ne ha assimilato l’essenza più vera e, ogni volta, è diventato un uomo diverso.

Il libro che avete in mano racconta questo: quanta potenza e quanta bellezza ci sono in uno scambio di esperienze e di emozioni.

Il libro che avete in mano racconta questo: quanta potenza e quanta bellezza ci sono in uno scambio di esperienze e di emozioni.

Tutti, anche i più “scomodi”, come i fanciulli stranieri del racconto, hanno diritto a un’opportunità e, quando gliela tendi, loro la consumano, la ingloba-no, se la fanno entrare nel cuore per imparare a non fuggire più.

Uno dei ragazzi ricorda a Sasà il protagonista in-dimenticato e indimenticabile di uno scrittore eterno, il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry.

E non è un caso che Sasà evidenzi questo legame tra il giovane Alessandro, rinchiuso in una sofferenza dilaniata e celata dalle dure parole della musica rap sputata nelle cuffie da cui non si separa mai, e il fragile abitante dell’asteroide B612.

Il Piccolo Principe di Sasà e quello più famoso caduto da un pianeta lontano chiedono ai rispettivi Autori di tendere loro una mano, di risolvere, seppure tacitamente, un problema. Da una parte la richiesta di proteggere una rosa, dall’altra la preghiera di ricomporre le parti di un cuore spezzato dall’abbandono di una madre.

Salvatore Striano in questo libro piccino, modesto quanto i suoi protagonisti, scuote e infiamma, benché con la semplicità che gli appartiene, le nostre coscienze.

Ci chiama a rispondere del senso di responsabilità, di quel collante umano che spesso viene dimenticato dalla fretta, dalla noia, dall’indifferenza o, peggio ancora, dalla paura dell’altro, di chi non conosciamo e quindi temiamo.

Ecco, quindi, il motivo per cui leggere questo libro: Sasà mostra, lievemente, come far cadere le maschere, come non avere paura.

Né di amare, né di essere amato.

Non sempre, infatti, “le spine sono pura cattiveria”.

E lui, con il suo esempio, il suo coraggio e la sua umiltà, ne è una delle più nobili testimonianze.

TITTI DI VITO

Presidente dell’Associazione culturale polivalente CulturAma di Voghera (PV).

Responsabile della Documentazione Legale e della Formazione Permanente Avvocati

dello studio legale Simmons & Simmons LLP, Italian office

 

da Giù le maschere di Salvatore Striano (Città Nuova, 2017)

 

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