Giovanni e i soldi contro il tumore

"Per la ricerca sul cancro": lettera al bambino che ha donato  i suoi risparmi a medico che ha curato la madre

Caro Giovanni, vorrei abbracciarti stringerti forte e sussurrati un infinito grazie, per l’esempio che mi hai dato. Non ti conosco, nemmeno una foto tua ho visto, né quella di tuo papà o di tua madre. Ma non importa, un’idea me la sono fatta, ti immagino un ometto attento a quanto ti sta accadendo attorno. Serio ma neanche troppo, pensieroso forse, ma anche allegro e con un volto felice, furbo e vivace.

Ti immagino davanti a quell’omone , che sarà il dottor Pietro Caldarella, vicedirettore senior del dipartimento di senologia dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, tu piccolino e lui medico di fama. L’uno di fronte all’altro. Il dottor Pietro aveva appena visitato tua mamma sua paziente che, circa un anno fa, aveva scoperto di avere un tumore al seno ed era stata da lui operata. Tua mamma dopo l’intervento si era sottoposta a chemioterapia ed ora sta bene. Ma l’altro giorno è tornata dal dottor Pietro per un controllo di routine e per salutare quel medico che si era preso cura di lei quando era malata e fragile.

E anche tu con il papà l’hai voluta accompagnare. «La signora era arrivata dalla Sardegna per una visita medica e, poi, è passata nella mia stanza assieme alla sua famiglia – racconta Caldarella – Il marito mi ha portato in dono due bottiglie di vino sardo e poi mi detto che c’era il figlio che voleva darmi una cosa. Allora il piccolo, timidamente si è avvicinato. Tra le mani, stringeva una piccola busta di carta bianca con su scritto: al dott. Caldarella». Nella busta c’era un bigliettino scritto con un pennarello azzurro di quelli che i bambini usano per colorare i disegni dell’asilo, “Caro Caldarella” «Questi sono per te. Sono i miei risparmi per la ricerca». Erano alcune monetine da 1, 2 e 5 centesimi. Tutti i risparmi che è riuscito a racimolare negli ultimi giorni Giovanni li ha rinchiusi lì dentro. Pochi spicci ma a lui devono essere sembrati un bel gruzzolo dato che pesavano e tintinnavano in quella busta. gli ha spiegato con profonda convinzione il bambino. Il dottore ha confessato che gli erano venute le lacrime agli occhi.

«Quel gesto mi ha profondamente commosso. Gli ho fatto i complimenti e gli ho detto che è davvero un ometto. Poi l’ho tranquillizzato confermandogli che la sua mamma ora sta bene e non deve più preoccuparsi perché starà sempre con lui. I risparmi che ha voluto consegnarmi con tanto amore saranno utilizzati per la ricerca molecolare e genetica che viene svolta presso il nostro Istituto».

Giovanni, tu non te lo immagini, ma quel tuo gesto, quelle monete per la ricerca, hanno un valore enorme. Forse in euro non tanto, ma hanno un valore enorme in quanto il tuo è stato un gesto fatto col cuore, senza ragionarci su neanche troppo immagino. Ha messo le monetine nella busta e le hai consegnate al dottore. Sei stato un esempio formidabile per noi grandi. Per noi che magari prima di compiere un gesto di riconoscenza verso un nostro parente conoscente, magari ci pensiamo un bel po’.

E poi se è uno sconosciuto chissà se proprio lo compiamo. Chissà se siamo capaci a offrire le nostre monetine, magari fatte di perdita di minuti magari per ascoltare qualcuno che ha bisogno semplicemente di essere ascoltato. Chissà se siamo così immediati a tendere la mano per dare sicurezza, o per far passare un anziano sulla metro.

Chissà ……..Giovanni sei un campione lasciatelo dire. Lasciati dire grazie. Lo so magari ti schernirai, se te lo diranno in molti. Ricordati sempre di quel gesto che hai compiuto quando avevi cinque anni e ricordatelo perché crescendo tu possa continuare a farne sempre.

 

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