Giovanni Falcone, trentuno anni dopo. Cosa è rimasto degli anni di piombo in Sicilia
Trentun’anni dopo. Un anniversario in sordina e con meno clamore quello che vede, anche quest’anno, ricordare, il 23 maggio, la strage di Capaci, quella in cui persero la vita il magistrato Giovanni Falcone, la moglie, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Sopravvisse solo Giuseppe Costanza, autista di Falcone. Ma quel giorno Falcone aveva voluto mettersi al volante della vettura, la moglie era al suo fianco e Costanza sul sedile posteriore. Questo gli salvò la vita.
Il 31° anniversario è anche il primo dopo la cattura di Matteo Messina Denaro, l’ultimo padrino di Cosa Nostra, almeno di quella tradizionale, di quella ancora legata ai riti arcaici ed ai giuramenti di sangue. Sempre più quella mafia è stata sostituita da quella dei colletti bianchi, degli affari, da quella dei collateralismi nascosti.
Collateralismi nascosti che esistono oggi ed esistevano allora. Perché, è bene ricordarlo, i processi che sono stati celebrati hanno individuato gli esecutori della strage, gli organizzatori sul territorio, ma forse non coloro che, da posizioni defilate e di potere, hanno permesso tutto questo: i cosiddetti “mandanti esterni” a Cosa Nostra.
Perché Falcone venne ucciso? Forse perché si apprestava a essere nominato procuratore nazionale antimafia e da quella posizione avrebbe potuto fare male, molto male! Perché Borsellino venne ucciso? Forse perché, dopo la morte dell’amico, era arrivato molto vicino alla “verità”, l’aveva consegnata alla sua “agenda rossa” e aveva soprattutto chiesto di essere ascoltato dai magistrati di Caltanissetta che conducevano le indagini. Invano.
Palermo ricorda l’anniversario della strage. Lo farà con una serie di manifestazioni. Alle 17.57, l’orario della bomba di Capaci, l’appuntamento della Fondazione Falcone in via Notarbartolo, all’albero Falcone. Ci sarà poi un’installazione del fotografo Tony Gentile, con fotografie appese ai palchi del Teatro Garibaldi, per ricordare i lenzuoli bianchi appesi ai balconi delle case per dire “No alla mafia”.
Lunedì prossimo si svolgerà invece la “marcia contro la mafia” cui aderiscono 79 istituzioni scolastiche di Palermo e della provincia. Il 27 maggio è in programma un’iniziativa dell’Associazione nazionale magistrati (sezione di Palermo) con la rappresentazione Ombre, uno spettacolo teatrale gratuito nella chiesa di San Domenico, dove è sepolto Giovanni Falcone. Il 28 maggio è in programma una gara podistica.
Tante manifestazioni, molte delle quali organizzate insieme ai giovani, coloro che non hanno mai conosciuto Giovanni Falcone e non hanno un ricordo diretto degli eventi tragici di quei giorni. L’impressione è quella di un anniversario in tono minore. Il timore è che la tensione ideale di quegli anni venga meno. Ma i timori legati ad una mafia sommersa non sono inferiori rispetto a quelli della mafia che sparava e che uccideva.
L’anniversario cade in Sicilia negli ultimi giorni di campagna elettorale. In Sicilia si vota per le amministrative il 28 e 29 maggio, due settimane dopo le altre regioni italiane, che invece in quei giorni sono alle prese con il turno di ballottaggio.
Andranno al voto 1.387.169 cittadini in 128 centri dell’Isola. Tra questi ci sono tre comuni capoluogo: Catania, Siracusa e Ragusa.
__