Giovani responsabili del proprio futuro già da oggi

A Pesaro due giorni di laboratorio di dialogo, workshop e fraternità con 350 tra ragazzi, adulti e personalità del mondo politico di Emilia Romagna e Marche
giovani per un mondo unito

Si chiamano Giovanni, Marianna, Davide, Lucia. Sono alcuni dei giovani – circa 350 – che hanno partecipato lo scorso fine settimana alla convention “Responsabili oggi del futuro” a Pesaro, promossa dai giovani del Movimento dei Focolari. Un incontro per parlare di responsabilità e declinarla nei vari ambiti dell’agire sociale: dallo sport alla politica, dall’economia al divertimento responsabile. «Quando vediamo gli altri – spiega Margherita, che ha partecipato al workshop sui rapporti interpersonali – è importante come li vediamo: il nostro sguardo può cambiare le cose».

Tante le esperienze che i giovani provenienti dall’Emilia Romagna e dalle Marche si sono raccontati. Andrea ha condiviso il suo impegno come volontario presso il laboratorio San Martino e San Leonardo di Parma: «Quello che ricevo dai bambini è molto di più del sostegno che io dò loro per aiutarli a svolgere i compiti». Ci sono anche Stefano e Benedetta che raccontano l’avventura che portano avanti a Bologna con i loro amici: «Ogni martedì andiamo in una casa-famiglia che accoglie mamme con i loro bambini; col tempo per noi è diventata davvero una casa; suore, educatori e noi volontari cerchiamo di costruire assieme alle madri il loro futuro, rendendole al tempo stesso capaci di prendersi cura di una casa e dei loro bambini».

A Pesaro c’è anche spazio per raccontare esperienze vissute dopo il terremoto che ha colpito la provincia di Modena lo scorso 20 e 29 maggio: Luca, di Carpi, legge parte di un copione scritto interamente da ragazzi di Cavezzo che lo scorso agosto hanno partecipato a dei laboratori con artisti di vari campi; lo spettacolo che è nato è il frutto di un’esperienza di condivisione e reciprocità: «Quei ragazzi – continua Luca – ci hanno donato emozioni, vita, amore… la loro vita».

Sono frammenti di una fraternità vissuta, costruita e intessuta a varie latitudini del mondo e comunicata, qui a Pesaro, con inframezzi artistici. Sono coscienti, questi giovani, che si incide sul mondo quando si decide di cambiare la rotta. Lo dimostrano i ragazzi che hanno dato vita ad un modo diverso di festeggiare il Capodanno – dalle 48 persone del primo anno alle 650 di due anni fa –, fino «a moltiplicare i Capodanni in zona», ci raccontano. O l’esperienza di “Ways of peace” – un’esperienza nata da un viaggio  in Terra Santa nel 2010 con momenti di incontro con le comunità locali, palestinese e israeliana –, raccontata a più voci dai giovani con un collegamento con la Terra Santa. Un “essere ponti” fra un luogo e l’altro che in questi anni è stato testimoniato ulteriormente con l’evento “Be the bridge”.

Ma in quei due giorni molti sono stati anche i workshop con i ragazzi tenuti da esperti del mondo della comunicazione, dello sport, della politica o dell’economia, tra cui Gabriella Baldarelli, docente all’Istituto universitario Sophia, e Maria Chiara Campodoni, assessore allo Sport di Faenza.

Tanto l’entusiasmo che ha animato i 350 giovani. A guidare il dialogo e il confronto fra tutti è stato il pedagogista Francesco Châtel: «Prima di tutto dobbiamo sconfiggere le paure e le angosce; poi, per essere responsabili, dobbiamo essere un dono gli uni per gli altri». Appare una sfida, eppure i ragazzi l'accettano e cercano di mettere in pratica, attraverso piccoli gesti, le parole ascoltate.

Anche il tempo atmosferico cambia: la pioggia intensa lascia spazio al sole, quasi a testimoniare con dei segni esterni quello che sta accadendo tra le mura dell’Hotel Baia Flaminia. Nel pomeriggio di domenica a Pesaro i giovani del Movimento dei Focolari per sensibilizzare l’opinione pubblica – in sala vi erano anche alcuni politici tra cui il sindaco di Massa Fermana Giampiero Tarulli e altri assessori dei comuni di San Benedetto, Corinaldo e Faenza – parlano anche dell'United World Project, progetto a carattere mondiale che li vede impegnati nel promuovere la fraternità universale: da diversi mesi giovani di tutto il mondo stanno raccogliendo firme da presentare all’Unesco per chiedere che la fraternità diventi una categoria riconosciuta e sostenuta da un Osservatorio permanente che possa monitorare le azioni che accrescono il bene comune. Sul palco a firmare anche le autorità presenti, come momento più che simbolico perché ci si impegna a vivere la “Regola d’oro”: il “fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te stesso”. In dono una card in formato tascabile per ricordare l’impegno preso.

Un altro tassello si è aggiunto in questi giorni. «La fraternità – commenta, ritornando a casa, uno dei partecipanti – è un cammino che siamo chiamati a percorrere giorno dopo giorno».

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