Giovani musulmani e cristiani insieme per la pace

Un campeggio per non isolarsi. Iniziativa di dialogo al “Centro La Pace”, a Benevento, come segno concreto di condivisione al tempo della paura. Confronto su disagi e speranze comuni
Centro la pace BN

Week end davvero originale per un centinaio di giovani musulmani riuniti, dal 26 al 28 marzo 2016, a Benevento, al ‟Centro la Pace‟ del Movimento dei Focolari, per un Campeggio dell'Italia del Sud, svoltosi in contemporanea a quelli di Mondovì (CN), Monte Bondone (TN), Ardesio (BG) e Bellaria (RN). L'iniziativa è stata organizzata dall'Associazione Giovani Musulmani Italiani, attiva dal 2001, che riunisce islamici di seconda generazione, nati in Italia, con genitori provenienti da Paesi diversi. Periodicamente s'incontrano per confrontarsi, crescere nella fede e progettare il futuro. Con uno sguardo all’Italia e l’altro al Paese d'origine, vogliono essere protagonisti del proprio futuro e del futuro del mondo, ponti tra due generazioni e tra due culture.

 

Giunto alla seconda edizione, questo campeggio ha coinvolto non solo giovani, ma anche giovanissimi e famiglie intere in un programma molto intenso, con inizio alle 5 del mattino, per la preghiera comune, e poi conferenze, workshop, giochi, confronti per crescere nella conoscenza di sé, della propria fede, delle proprie radici.

 

All'interno del programma, un giorno intero è stato dedicato al confronto e ad attività comuni con i Giovani per un Mondo Unito del Movimento dei Focolari che li hanno raggiunti nel Lunedì dell’Angelo. Con la semplicità e l'immediatezza propria dei giovani è stato spontaneo giocare e ridere insieme favorendo, così, la conoscenza e l’apertura al dialogo nel successivo momento di confronto in sala.

 

Disagio giovanile, solitudine in famiglia, assenza di futuro, paura del terrorismo e tante altri i problemi che accomunano questi giovani, al di là delle loro diversità. Ma, allo stesso tempo, i ragazzi e le ragazze si sono sentiti uniti dal desiderio di un mondo unito, dalla ricerca della pace, dal sogno della fraternità universale, da realizzare con la fantasia tipica della loro età. Al di là del proprio credo, si sono ritrovati, infatti, con uguali paure ma pure con identiche speranze, nel convincimento che è molto più quello che unisce di ciò che cerca di dividere.

 

I timori dei genitori e la solitudine propria dell’adolescenza hanno messo in dialogo generazioni diverse: la capacità di ascolto, la mèta comune, la volontà di abbattere i muri dei pregiudizi e dell’isolamento hanno fatto trovare dalla stessa parte genitori e figli, almeno così dicevano non pochi giovani.

 

Alla domanda iniziale: ‟Possiamo avere un sogno comune?”, la risposta è stata decisamente positiva: i partecipanti si sono scoperti alleati nella corsa verso un nuovo mondo più vivibile tra fratelli e sorelle.

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