Giovani ma… veterani

Dai mondiali di scherma in Cina agli europei di calcio under 19 in Finlandia, conferme e speranze dagli azzurri

Una chiusura col botto quella dell’Italia ai Mondiali di scherma di Wuxi, in Cina: gli azzurri del fioretto hanno conquistato la medaglia d’oro nella prova a squadre maschile grazie alla vittoria nella finale contro gli Stati Uniti. Leader in tutte le gare di coppa del mondo della stagione, per 45-31, confermando il titolo conquistato lo scorso anno a Lipsia. Di Daniele Garozzo l’ultimo assalto, dopo le performance di Alessio Foconi, oro nell’individuale, Giorgio Avola e Andrea Cassarà.  Alla fine della fiera, per la spedizione azzurra il bottino di medaglie sale a quota sette, di cui quattro del metallo più pregiato: le altre due medaglie d’oro portano la firma di Alice Volpi e Mara Navarria, rispettivamente nel fioretto e nella spada individuali, mentre l’altro argento lo hanno conquistato i ragazzi della sciabola. Il bronzo è stato conquistato da Arianna Errigo mentre è sfumato nella «finalina» quello delle azzurre della spada. Sfuma invece, ma sarebbe stata persino strabordante se visto nel complesso, la medaglia di bronzo per la sciabola femminile, sperata da Rossella Gregorio, Irene Vecchi, Martina Criscio e Loreta Gulotta, sconfitte in semifinale dalla Russia 45-44, e poi dalla Corea del Sud per 45-40 nella finale per il terzo posto.

Nuova generazione per il calcio!

Una finale da ricordare quella concessa dell’Europeo U19 in Finlandia che ha premiato il Portogallo contro i nostri azzurrini. La Nazionale di Sousa s’impone dopo 120 minuti frantumando l’ultimo tratto del sogno dell’Italia di tornare a trionfare nell’Europeo di categoria dopo 15 anni. I lusitani vincono per 4-3, per la prima volta assoluta nella storia dopo la finale persa lo scorso anno contro l’Inghilterra, al termine di un confronto pressoché incredibile, risolto dopo una serie di capovolgimenti di fronte per coronarie forti. Tanti i che giovani che lasciano intravedere speranza di rinnovamento per il nostro calcio nazionale, per qualità e personalità, come gli stessi, portoghesi campioni, a onore del vero, a partire dall’uomo-partita, Jota, meraviglioso per tecnica e velocità che, quasi da solo, ha seminato il panico nella difesa nostrana trovando per due volte la via della rete. Gol a parte, un vero trascinatore anche dal punto di vista mentale, tra giocate e spettacolo, dato che grazie a lui ogni sortito offensiva portoghese diventava quasi letale. Tra i nostri azzurrini, ha impressionato il portiere Plizzari, scuola Milan, bravo spesso a dire no alle punte lusitane nonostante gravi su di lui un errore di calcolo nel rimbalzo che favorisce il vantaggio portoghese, come del resto Pinamonti, abile per creatività dalla trequarti in su. Da seguire anche Kean, che dopo il raddoppio portoghese accorcia le distanze in diagonale, trovando poi la doppietta del clamoroso pari che cambia completamente volto all’incontro. Ai supplementari l’Italia sembra crederci di più, evidenziando una condizione fisica migliore rispetto agli avversari, ma il solito Jota regala il nuovo vantaggio al Portogallo con un destro dal limite dell’area che Plizzari riesce solo a toccare. Scamacca, altro talento d’attacco interessante come anche il centrocampista Melegoni, ristabilisce l’equilibrio con il colpo di testa sul cross di Bellanova, prima del 4-3 del neo entrato Pedro Correia, bravissimo a difendere il pallone tra le maglie azzurre e girarsi di prima intenzione. Volti nuovi per speranze già antiche: l’auspicio è che nessuno tarpi le ali a questi nuovi virgulti del calcio azzurro.

 

 

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