Giovani, camminiamo controcorrente
«Controcorrente camminiamo,/ s'incontrano le nostre strade;/ le maschere del vecchio mondo/ dietro di noi sono cadute./ Un forte vento di speranza/ oggi è passato in mezzo a noi;/ ha distrutto le barriere/ e a tutto il mondo annuncerà:/ È già nata l'unità tra i popoli/ generata da uomini nuovi;/ ed il mondo diviso da secoli/ una sola famiglia sarà».
È una canzone del Gen Rosso degli anni Ottanta. La cantiamo spesso, ci piace. Siamo un gruppo di ragazzi, vogliamo vivere il Vangelo e crediamo all’unità promessa da Gesù. Ci sentiamo protagonisti di una storia grande, anzi, della storia. Quella vera. C’è un ideale più grande di questo? Prendiamo sul serio le parole di Gesù. Amare? Che bello! Si fa presto a dirlo, ma a viverlo: sempre, con tutti, servendo, anche il nemico? Alcuni familiari non ci capiscono, certi compagni di scuola sorridono, un buon numero di cristiani ci prendono in giro. Qualcuno, invece, vuole venire con noi.
Sono passati più di trent’anni. Non mi è passata la voglia di andare controcorrente. Continuo a guardare al di là del punto in cui sono arrivato. Mi attrae la novità che mi attende e che mi viene incontro. Mi porto dentro un’inquietudine che non mi lascia tranquillo. Trovo nel mio cuore un desiderio che nulla può soddisfare. Anche se poi spesso vado di qua o di là, costruendo illusioni, mendicando affetto, cercando successo. Grazie a Dio me ne accorgo e ricomincio.
L’invito di papa Francesco ad “andare controcorrente” mi ravviva nel cuore la speranza: «Qui sta il segreto del nostro cammino! Lui ci dà il coraggio di andare controcorrente. Sentite bene, giovani: andare controcorrente; questo fa bene al cuore, ma ci vuole il coraggio per andare controcorrente e Lui ci dà questo coraggio! Non ci sono difficoltà, tribolazioni, incomprensioni che ci devono far paura se rimaniamo uniti a Dio come i tralci sono uniti alla vite, se non perdiamo l’amicizia con Lui, se gli facciamo sempre più spazio nella nostra vita. Questo anche e soprattutto se ci sentiamo poveri, deboli, peccatori, perché Dio dona forza alla nostra debolezza, ricchezza alla nostra povertà, conversione e perdono al nostro peccato. È tanto misericordioso il Signore: sempre, se andiamo da Lui, ci perdona. Abbiamo fiducia nell’azione di Dio! Con Lui possiamo fare cose grandi; ci farà sentire la gioia di essere suoi discepoli, suoi testimoni. Scommettete sui grandi ideali, sulle cose grandi. Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per cosine piccole, andate sempre al di là, verso le cose grandi. Giocate la vita per grandi ideali, giovani!».
Benedetto XVI aveva detto ai giovani italiani presenti a Loreto (2 settembre 2007): «Andate controcorrente: non ascoltate le voci interessate e suadenti che oggi da molte parti propagandano modelli di vita improntati all’arroganza e alla violenza, alla prepotenza e al successo ad ogni costo, all’apparire e all’avere, a scapito dell’essere. Di quanti messaggi, che vi giungono soprattutto attraverso i mass media, voi siete destinatari! Siate vigilanti! Siate critici! Non andate dietro all’onda prodotta da questa potente azione di persuasione. Non abbiate paura, cari amici, di preferire le vie "alternative" indicate dall’amore vero: uno stile di vita sobrio e solidale; relazioni affettive sincere e pure; un impegno onesto nello studio e nel lavoro; l’interesse profondo per il bene comune. Non abbiate paura di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: i vostri coetanei, ma anche gli adulti, e specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù Cristo».
Andare controcorrente per costruire un mondo nuovo. Ne parla sant’Ignazio di Loyola negli Esercizi spirituali, quando propone di vedere (contemplare) «Cristo nostro Signore, re eterno, e davanti a lui tutto l'universo intero al quale e a ciascuno in particolare chiama e dice: "È mia volontà conquistare tutto il mondo e tutti i nemici, e così entrare nella gloria del Padre mio; pertanto, chi vorrà venire con me deve lavorare con me, perché seguendomi nella pena mi segua anche nella gloria". […] Quelli che vorranno unirsi e segnalarsi di più nel servizio del loro re eterno e Signore universale, andando contro la propria sensualità e contro il proprio amore carnale e mondano, faranno offerte di maggior valore e importanza, dicendo: “Eterno Signore di tutte le cose, io faccio la mia offerta con il vostro favore e aiuto, davanti alla vostra infinita bontà e alla vostra Madre gloriosa e a tutti i santi e le sante: io voglio e desidero ed è una mia decisione deliberata, purché sia di vostro maggior servizio e lode, imitarvi nel sopportare ogni ingiuria, vituperio e povertà, sia materiale che spirituale, se la vostra santissima maestà vorrà eleggermi e ricevermi in tale vita e stato”».
Ne parla Chiara Lubich, soprattutto ai gen 3 e ai ragazzi per l’unità: «Ci sono (…) i ragazzi, e anche voi qualche volta l’avete fatto, che passano accanto ad altri ragazzi e ad altre persone senza badarci, indifferenti, come se quelle persone neanche esistessero, mentre Gesù ha detto: “Ama il tuo prossimo – cioè quello vicino a te – come te stesso”. Amando, e la vostra linea è quella di amare tutti, andate controcorrente (…) E così si conquista il mondo a Dio e si costruisce il mondo unito».
«Gesù ha detto: “Beati i mansueti perché possederanno la terra”. Se volete veramente possedere la terra, conquistare tante, tante persone a Gesù e all’idea del mondo unito, dovete essere mansueti, ma essendo mansueti, andate controcorrente, conto la corrente dietro la quale vanno tanti violenti».
«Mi sembra che (…) queste due cose, andare controcorrente ed evangelizzare, vadano molto d’accordo. Noi infatti possiamo portare il Vangelo se prima lo viviamo; se lo viviamo allora le nostre parole cadono bene e sono capite, ma se andiamo a parlare di amore ad un altro e lui vede invece che non amiamo, quello non crede a quanto diciamo. Quindi bisogna prima vivere il Vangelo e poi parlare di esso. Così facendo che cosa succederà? Secondo me, si hanno in genere due comportamenti in quelli che ci guardano. Ci sono quelli che dicono: “Però, guarda quello, ha preso una strada diversa alla nostra. In fondo mi piace, è un bel tipo, è coraggioso, anche se è solo in classe, lui va per la sua strada”. Allora si avvicina e chiede: “ Ma come mai tu vivi così?”. Quel gen 3 spiega, racconta, dice quali sono i suoi ideali, come lui vive, come vuol far vivere tanti. E questo ragazzo lo segue e (…) poi lo seguono altri. Ci sono invece quelli che dicono: “Oh, quello lì!”. E lo deridono, lo prendono in giro. Allora il gen 3, il ragazzo per l’unità, come si comporta? Si ricorda di Gesù che ha detto: “Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”, naturalmente se vive il Vangelo. Allora questi gen 3, come quando noi eravamo piccole, saranno tutti contenti, perché penseranno: “Meno male, mi sono meritato anch’io di essere come Gesù e di essere anch’io un pochino perseguitato per il Vangelo”. E poi si ricorderanno che Gesù ha detto: “Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno (…) perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. E allora i gen 3 aspettano anche la ricompensa in cielo».
Ho appena terminato un’esperienza di esercizi spirituali. C’è una malattia che scava l’anima e il cuore di tante persone: si sentono profondamente sole, non amate, vuote, inaridite, chiuse, imprigionate dentro castelli di vetro splendidi da vedere e terribili da abitare. Abbiamo contemplato Maria che condivide con Gesù la notte, le notti, dell’umanità, le nostre. Guardando a lei, andare controcorrente per costruire un mondo nuovo non significa allontanarsi e allontanare l’uomo che mi è accanto, ma trasformare in me la sua notte in luce. Amandolo come Gesù lo amerebbe se lui fosse qui al mio posto. Coraggio!