Giovani amici musulmani e cristiani
Neshaiba, Mattia e Viola vengono da Brescia mentre Mohamed è di Firenze. Ho scoperto la storia della loro amicizia ascoltandoli durante Good Vibes, l’evento del Primo Maggio a Loppiano (Fi), la cittadella internazionale del Movimento dei Focolari.
Neshaiba ha occhi scuri e il naso all’insù, porta i capelli raccolti sotto un elegante hijab bianco, fermato da una spilla a forma di farfalla. È lei a rompere il ghiaccio e a cominciare il racconto dal palco: «Da circa un anno, con i giovani del Movimento dei Focolari portiamo avanti, a Brescia, un cammino di fraternità, dal titolo Cammini di fraternità, alleanza fra le generazioni, iniziato dagli adulti già da qualche anno, all’interno del “Patto bresciano per un Islam italiano”».
Il patto di cui parla Neshaiba, firmato a dicembre del 2017, coinvolge ventidue tra realtà associative civili e religiose di Brescia, e mira a favorire e sviluppare percorsi di dialogo e d’integrazione degli immigrati musulmani, per contrastare il radicalismo e il fanatismo religioso.
Continua Neshaiba: «Nel cammino che stiamo facendo insieme, musulmani e cristiani, abbiamo voluto trattare il tema della fraternità come valore per la vita. Un’esperienza arricchente, in cui si sono consolidati i rapporti tra di noi, attribuendo ad essi altri significati, più profondi: condivisione, amicizia, fraternità, dialogo. Questo è stato possibile grazie alla volontà di conoscerci ulteriormente, di approfondire, interagire, per realizzare qualcosa di utile alla società e costruire un mondo migliore, non a parole ma con i fatti. Insieme agli adulti, abbiamo presentato ciò che attualmente realizziamo nel territorio, basandoci proprio su questi valori».
Prende la parola Mattia, che supera di gran lunga gli altri in altezza. «L’amicizia con questi ragazzi musulmani mi ha davvero dato tanto: il coraggio e la convinzione che hanno nel professare la loro fede, cosa che non sempre ho avuto io, il loro desiderio di conoscerci, il loro amore nei nostri confronti, che si concretizzava magari con un augurio di Natale, frutto della consapevolezza che per noi è una festa importante. Dall’altra parte, noi giovani dei Focolari abbiamo cercato di portare la nostra semplicità, il nostro entusiasmo e la battuta sempre pronta che ci contraddistingue; come anche l’impegno a tenere viva nel nostro cuore la regola d’oro: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”».
E Viola, che nasconde gli occhi sotto una lunga frangetta castana: «Posso dire che i pregiudizi che ognuno di noi poteva avere sono scomparsi già dal primo appuntamento, siamo diventati un gruppo affiatato, in cui ci si confronta e ci si aiuta l’un l’altro. Come quando durante il primo appuntamento, ad ottobre, sul palco, Aissatou, un’amica musulmana mi ha detto: “Non so se me la sento di parlare, ora vado via”. Anch’io ero agitata, così, le ho stretto la mano, dicendole che eravamo insieme, io ero lì per lei e lei per me. Mi ha guardata con un gran sorriso ed insieme abbiamo raccontato le nostre esperienze nel modo più naturale possibile».
Un’altra tappa del loro percorso è stato il viaggio a Firenze, il 10 marzo, per conoscere la realtà del Centro Internazionale Studenti “Giorgio La Pira”. Questa volta è Mohamed, impegnato nell’associazione “Giovani Musulmani d’Italia”, con un’evidente gorgia toscana, a raccontare il proseguo della storia. «La GMI di Firenze si occupa di riunire i giovani della comunità islamica e di coinvolgerli in attività spirituali, sociali e culturali. Ci troviamo una volta alla settimana al Centro “La Pira”, che ci ha sempre supportato e dato la disponibilità della sala per i nostri incontri, che sono aperti a tutti. Per noi giovani musulmani è fondamentale il rapporto con il vicino e mostrare che non vi è contrasto ma una fusione perfetta, perché è nel Corano stesso che troviamo il fondamento del senso civico. Quel giorno del 10 marzo eravamo anche noi presenti per collaborare al cammino di dialogo insieme alle comunità di Brescia. Nel Corano si dà molta importanza al concetto di unione (Jamaa’), al senso di famiglia, al pregare insieme, e questo noi ragazzi musulmani possiamo sperimentarlo concretamente attraverso le attività che facciamo con la nostra associazione».
Insomma, non solo un’esperienza che supera il pregiudizio, quella di Brescia, ma che, passando attraverso l’impegno per la fraternità e il dialogo, è diventata profonda amicizia. «Durante l’ultimo incontro del percorso che stiamo facendo insieme – spiega Neshaiba –, ho sentito di far parte di un’unica famiglia, tanto che ho detto a Mattia: “veramente, tu sei mio fratello!”». Le fa eco Mattia: «Molto spesso, si guarda ai giovani come a delle persone senza ideali, superficiali. Negli amici musulmani, io ho trovato delle persone preparate, che professano la loro fede con convinzione e che credono in un Dio che è anche il mio».