Giotto, Leonardo e la polaroid

Le ultime dal mondo dell’arte: la Gioconda pare che in realtà fosse un uomo, probabilmente di costumi poco chiari...
Giotto

Le ultime dal mondo dell’arte: la Gioconda pare che in realtà fosse un uomo, probabilmente di costumi poco chiari, mentre fra le nubi di un affresco d’Assisi, Giotto avrebbe disegnato il volto arcigno e per nulla simpatico di un demone. Si è lavorato di fino per mettere in rilievo le ragioni di tali ipotesi. Leonardo pare conoscesse bene, troppo bene, questo giovane di cui si servì come modello, prima per il Giovanni Battista, e poi per la Gioconda. E d’altronde, un velo di segretezza ha sempre coperto questa grande opera leonardesca, mai citata dal suo autore. Il demone giottesco, invece, è rimasto nascosto per più di ottocento anni. La ricercatrice italiana che l’ha scoperto si è soffermata sui minimi particolari, perché il demone cornuto è stato dipinto in modo davvero difficile da riconoscere. Dunque, senza alcun timore reverenziale Giotto e Leonardo sono stati passati al setaccio. Per comprendere qualcosa della loro anima si è andati a frugare dentro i dettagli delle loro raffigurazioni artistiche.

 

Come non preoccuparsi? È probabile che i nostri posteri faranno lo stesso con noi, magari attraverso le nostre fotografie. Di

corsa, dunque, a prendere l’album di famiglia, dove crediamo di aver riposto i nostri innocenti momenti di vita. Innocenti un cavolo! La foto del mio primo giorno di scuola. I calzoncini corti saranno intesi come emblematici della mia futura condizione professionale: in braghe di tela. Era scritto da sempre, si sentenzierà, fin dai primi attimi della sua formazione intellettuale. E poi, quello sguardo smarrito che quel tenero bambino che ero indirizza al nulla la dice lunga sulle chance che potrò avere di migliorare. Ecco quest’altra istantanea, in cui scavo una buca sulla sabbia, con paletta e secchiello. Qualche critico dirà: ah, se avesse ascoltato la chiara profezia contenuta in questa immagine, avrebbe compreso la profonda verità che il lavoro manuale gli era congeniale. Altro che velleità da intellettuale!

 

E così, di foto in foto, di pagina in pagina, chi si salverà dall’impietoso giudizio? Alt! La foto della prima comunione. Qui nessuno deve osare alcunché, il rapporto fra me e l’eterno padre sono affari nostri. Dunque, anche i suoi, e siccome lui è capace di scrivere dritto sulle nostre righe storte, è inutile stare a misurare lo sguardo, l’abito, l’espressione: se anche solo un briciolo di verità fosse rimasto intatto nella ingessata foto della prima comunione, da quello siamo autorizzati a guardare con speranza all’avvenire.

 

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons