Giornate sociali cattoliche europee
A Danzica, in Polonia, primo incontro internazionale sul tema La solidarietà, sfida per l'Europa, organizzato dalla Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea.
(dal nostro inviato) <In Europa siamo in un periodo di “de-solidarietà”, in cui si decide senza consultare, in cui si rischia un prosciugamento e un letargo della solidarietà>. Chiaro e lineare nella sua stringente analisi, mons. Adrianus Van Luyn, vescovo di Rotterdam e presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea, ha aperto nel pomeriggio di ieri, a Danzica, i lavori della prima edizione delle Giornate sociali cattoliche per l’Europa. La riflessione, che si concluderà domenica 11 ottobre, ruota attorno al tema “La solidarietà, sfida per l’Europa”.
L’appuntamento ha fatto convergere nella città polacca delegazioni dai diversi Paesi dell’Unione europea. Un caloroso saluto è stato riservato anche ai rappresentanti bdi due Paesi esterni alla Ue, quali Lituania e Bosnia-Erzegovina. Importante anche il respiro ecumenico dell’assise, con gli interventi dei rappresentanti della Chiesa luterana di Finlandia, della Chiesa ortodossa armena e della Chiesa evangelica della Germania.
Nient’affatto casuale la scelta della sede. Danzica, culla del movimento sindacale e sociale di Solidarnosc, conferisce al convegno una dimensione simbolica di tutto rispetto, sottolineando il ruolo fondamentale che l’etica della solidarietà può svolgere nel rapporto tra persone, popoli e Stati. Tanto più adesso, nel corso di una crisi economica ancora profonda e lunga, soprattutto per la classe media e i ceti popolari.
La sede della Filarmonica baltica polacca ha fatto da cornice, nel pomeriggio di ieri, alla cerimonia di apertura e alla fase introduttiva del convegno. Poi i circa trecento partecipanti, attraversando l’elegante e curato centro storico di una Danzica eccezionalmente senza vento, si sono recati a piedi verso la chiesa di santa Brigida, dove è stata celebrata la Messa da parte del card. Tettamanzi.
<Al profetismo delle parole deve corrispondere un profetismo dei fatti>, ha sostenuto l’arcivescovo di Milano nell’omelia. Egli ha indicato che occorre potenziare <la solidarietà di fatto, che deve esprimersi con uno stile complessivo di vita plasmato dalla logica dell’apertura e dell’accoglienza, della sobrietà, della condivisione e del sono di sé>.
Oggi si entra nel vivo dei lavori. All’ordine del giorno tre temi di grande rilievo: la persona umana, le famiglie in Europa, un modello socio-economico europeo.
<L’idea di organizzare tale Giornate – ha ricordato mons. Piotr Jarecki, vescovo ausiliare di Varsavia e presidente della commissione preparatoria delle Giornate – trae origine dall’esempio di molti Paesi europei come Belgio, Francia, Italia, Spagna e Polonia, dove i cattolici, che si si interessano a particolari tematiche sociali, culturali, economiche e politiche, portano avanti un dibattito sulle condizioni delle società in cui vivono durante le cosiddette Settimane sociali, tenendo presente gli insegnamenti della Chiesa cattolica>.
L’auspicio dei vescovi europei è che le Giornate sociali <diventino una voce privilegiata dei cattolici del continente>. L’obiettivo è sicuramente ardito, ma si intende guardare lontano (ma non troppo) e dai lavori di queste giornate si vuole ricavare <ispirazione per una grande programma: impegnarsi più profondamente nella costruzione di quella casa comune che è l’Unione europea>.