Una giornata di preghiera per Afghanistan e Haiti

La Conferenza episcopale italiana ha indetto, per domenica 22 agosto, una giornata di preghiera per le popolazioni afgane e haitiane. La presidenza della Cei, guidata dal cardinale Gualtiero Bassetti, esprime anche grave inquietudine per la raccolta di firme per il referendum che mira a depenalizzare l'eutanasia.

La presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei), guidata dal cardinale Gualtiero Bassetti, ha proclamato, per domenica prossima, 22 agosto, una giornata di preghiera per la pace in Afghanistan e per le vittime del terremoto di Haiti.

In Afghanistan, dopo il precipitoso ritiro degli americani e dei militari delle altre forze della Nato, lì presenti da vent’anni, il Paese è di nuovo nelle mani dei talebani. I guerriglieri hanno provato a presentarsi dialoganti – ma sempre con i mitra in pugno – e più aperti, a parole, rispetto ai diritti delle donne – che però hanno subito rimesso i burqa -, ma la loro nuova immagine è durata poco. Dopo la proclamazione dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, non hanno esitato a sparare sulla folla nel corso delle manifestazioni di protesta che si sono svolte in molte città, da Kabul a Jalalabad. La presidenza della Cei condivide l’angoscia per la gravissima crisi umanitaria del Paese.

Le notizie che giungono, spiegano dalla Cei, sono davvero allarmanti. E come sempre avviene in queste situazioni, a pagare il prezzo più alto sono i più deboli: gli anziani, le donne e i bambini. Da qui l’appello all’Italia e alle Istituzioni europee a fare il possibile per promuovere corridoi sanitari e umanitari. Nell’Angelus di domenica scorsa, papa Francesco aveva chiesto di “pregare con me il Dio della pace affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo. Solo così la martoriata popolazione di quel Paese – uomini, donne, anziani e bambini – potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”.

Ad Haiti, invece, il terremoto del 14 agosto di magnitudo 7.2 che ha devastato il Paese ha già provocato circa 2.200 vittime. Ma potrebbero essere ancora di più, visto che i dispersi sono centinaia. Le condizioni degli abitanti, già precarie, sono peggiorate dopo l’arrivo della tempesta tropicale Grace, che ha rallentato i soccorsi, travolgendo le tende allestite in tutta fretta per chi è rimasto senza casa. Per i danni provocati dal terremoto, che segue di 11 anni quello del 2010, che provocò oltre 200mila morti, e per le popolazioni haitiane, la presidenza della Cei ha stanziato un milione di euro: fondi provenienti dall’8 per mille, che serviranno per far fronte all’emergenza. La Caritas, del resto, è attiva da anni ad Haiti, con interventi di ricostruzione per aiutare lo sviluppo locale.

La presidenza della Cei ha anche espresso “grave inquietudine per la raccolta di firme per il referendum che mira a depenalizzare l’omicidio del consenziente, aprendo di fatto all’eutanasia nel nostro Paese. Chiunque si trovi in condizioni di estrema sofferenza va aiutato a gestire il dolore, a superare l’angoscia e la disperazione, non a eliminare la propria vita. Scegliere la morte è la sconfitta dell’umano, la vittoria di una concezione antropologica individualista e nichilista in cui non trovano più spazio né la speranza né le relazioni interpersonali”. Non vi è espressione di compassione nell’aiutare a morire, spiega la Cei, ma “il Magistero della Chiesa ricorda che, quando si avvicina il termine dell’esistenza terrena, la dignità della persona umana si precisa come diritto a morire nella maggiore serenità possibile e con la dignità umana e cristiana che le è dovuta” (Samaritanus bonus, V, 2).

Infine, è stata espressa “solidarietà a tutti i giornalisti minacciati e sotto scorta, in modo particolare a Nello Scavo, fatto oggetto nelle scorse settimane di intimidazioni e attacchi sui social a motivo delle inchieste, pubblicate sul quotidiano Avvenire, riguardanti le vicende dei migranti nei loro viaggi tra Libia e Italia e le inaccettabili ingiustizie perpetrate ai loro danni”.

In un post su Facebook, Nello Scavo ha ringraziato la Presidenza della Conferenza episcopale italiana spiegando che sono e siamo tranquilli, che la pressione la sentiamo ma non la subiamo. E che soprattutto siamo grati alle forze dell’ordine e specialmente alla polizia di Stato che mette in campo ogni giorno un dispositivo di tutela che ci protegge e al contempo consente, come sa chi ci legge, di continuare a lavorare come sempre. A loro va la nostra (e spero anche vostra) gratitudine”.

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