Giornata della Memoria a scuola
Da anni la giornata della memoria è entrata nella vita scolastica, anche se la memoria non sempre corrisponde a interiorizzazione e comprensione responsabile di quanto accaduto.
Quando in classe parliamo con i ragazzi mi aspetto che ricordino l'argomento e ne traggano delle conclusioni. Nella maggioranza dei casi cerco di lasciare spazio alle loro riflessioni personali senza cercare di imporre mie scelte valoriali, ma aiutandoli a elaborarne di proprie.
Linea non facile poiché presuppone una neutralità che a livello emotivo non è sempre possibile. Le mie parole lasceranno sempre trasparire se e quanto io condivida/creda giusto o meno quanto espongo.
In questo senso l'insegnamento della storia difficilmente è neutrale.
Nel caso della giornata della memoria e dei fatti che ne hanno determinato la calendarizzazione, la questione è fondamentalmente condivisa. Sui campi di concentramento la condanna è unanime (fatta salva una frangia di negazionisti o revisionisti storici).
Sarebbe costruttivo se oltre a ricordare si compisse anche il seguito del percorso. Il “perché non accada mai più” che è nelle motivazioni stesse del ricordare.
La regola d'oro “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te. Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te” venga dunque fissata in modo indelebile sull'arco del cancello del tunnel della storia, ma soprattutto nei nostri cuori. Diventi leggibile in ogni nostra azione o rapporto con gli altri, non più nemici o personaggi dei libri di storia, ma fratelli del cammino di ogni giorno.
Il fatto che si sia dovuti arrivare ad un'altra giornata per le vittime delle foibe, delle mafie, …, da una parte ci fa riflettere sul fatto che ancora facciamo distinzioni tra chi è morto per atrocità di un colore o di un altro.
Ma non siamo tutti figli dello stesso Padre?
D'altro canto differenziare ci dice che nella storia il male è albergato in più parti e nessuno deve ritenere di detenere il monopolio del bene.
Giornata della memoria, da imparare a memoria.