Giornalisti con la schiena dritta
Il patrono della stampa ci ricorda che bisogna pensare, bisogna rimanere liberi, bisogna pensare all’altro.
Il 24 gennaio, ricorre la festa di S. Francesco di Sales.E questo santo, vissuto a cavallo tra il XVI ed il XVII secolo, vescovo e dottore della Chiesa, nel 1923 è stato proclamato da papa Pio XI “Patroni dei giornalisti e di tutti quei cattolici che, con la pubblicazione o di giornali o di altri scritti illustrano, promuovono e difendono la cristiana dottrina".In quest’epoca, dove i mezzi di informazione assumono una rilevanza di enorme portata per l’influsso che esercitano sull’opinione pubblica, influsso amplificato sia dalla proliferazione delle fonti sia dalla velocità di trasmissione dei dati, diffusi oramai in “tempo reale”, la ricorrenza odierna mi suggerisce qualche riflessione in merito.
Stampa, tv, Internet, radio, tutto il panorama dei mass media sta attraversando una fase delicata, specie sotto il profilo deontologico.Accanto ad esempi straordinari di giornalisti che vivono la propria professione al limite dell’eroismo – ed in qualche caso esprimendolo compiutamente, anche con il sacrificio della propria vita per garantire una precisa ed obiettiva informazione, come purtroppo a volte si verifica nei teatri di guerra o nelle zone a forte presenza criminosa – accanto a queste figure, dicevo, per meglio dire ad esse contrapposte, emergono figure di operatori della comunicazione che in nome di essa trovano motivo e spunto per agire in maniera spregiudicata, oltre i limiti della decenza, spesso con sentimenti palesi di odio, disprezzo, partigianeria, complicità nell’errore e nel male.Se mi facessi schiacciare da quest’ultimo tipo di informazione, non potrei che uscirne danneggiato moralmente e psicologicamente.
Ma in questo contesto, triste per chi crede nei forti valori contenuti nell’azione informativa, fortunatamente si inseriscono realtà positive che donano una nuova speranza alla società umana.Tra le luci e le ombre che si osservano nel mondo dell’informazione, un esempio che, a tutto tondo, rientra nella prima categoria è certamente “Città Nuova”, sia la testata quindicinale “vecchia” di oltre mezzo secolo di vita, sia la molto più giovane nata, quella On line, vero e proprio quotidiano telematico della stessa Editrice.
Da oltre trent’anni sono un lettore affezionato di questa rivista e ne ho seguito con attenzione gli sviluppi, i passaggi, le novità. In essa ho sempre trovato uno spirito di ricerca della verità, uno sforzo continuo di obiettività ed un desiderio palese di entrare, delicatamente ma con convinzione, nel cuore e nelle menti dei propri lettori, per percorrere insieme un cammino di crescita teso alla fratellanza universale. È in ragione di questa consapevolezza che ho voluto esternare oggi, nella giornata che celebra la figura del Patrono dei giornalisti, questi pochi pensieri, modeste riflessioni per, più che tessere un elogio, intendono dire un grazie sincero a quanti fanno del giornalismo una missione.Con l’incoraggiamento a proseguire la strada con immutata determinazione per costruire un mondo dove, nella verità e nella giustizia, si raggiunga il bene comune.
Michele Concilio
Grazie signor Concilio per le sue belle parole. Nel giornalismo 2011 bisogna fare grande attenzione a tre “tentazioni” concomitanti: la fretta, il servilismo, il narcisismo. Francesco di Sales ci ricorda proprio le virtù che bisogna conservare a denti stretti, se si vuole mantenere una chiara orientazione giornalistica al bene comune: non dimenticare di pensare e di mettersi in discussione (e quindi di sperare in un avvenire migliore del passato), rimanere con la schiena dritta al servizio della verità (e quindi evitare i compromessi che prostituiscono la coscienza), credere che più delle belle parole contano i bei fatti (tra i quali fatti un bell’articolo, e documentato, ci sta bene).