Giorgio Napolitano 2.0

«Almeno abbiamo un presidente», si sente dire in giro. Una soluzione d'emergenza per una situazione politica al limite del disfacimento parlamentare
Giorgio Napolitano

Sentimenti di sollievo hanno percorso i banchi parlamentari al di sotto della corona superiore dei grillini: abbiamo un nuovo capo dello Stato, anche se è il precedente che è stato rieletto dopo la grande frattura che ha diviso il Pd, bruciando in un irrefrenabile cupio dissolvi due candidati autorevoli, con un pedigree presidenziale adeguato, come Franco Marini e soprattutto Romano Prodi.

I grillini hanno continuato a votare, con compattezza e coerenza il costituzionalista Stefano Rodotà che però, con un colpo deciso e felice di smarcamento, ha smentito il leader Grillo sostenendo che l'elezione di Napolitano non è certo un colpo di Stato, ma un atto di democrazia, e ha stigmatizzato la chiamata ad una rinnovata “Marcia su Roma” di infausta memoria. Eccessi verbali che rischiano di lasciare il segno nelle file del M5S.

Ma non tutto è fatto, tutt'altro. Ora resta il compito arduo di ridare un governo al Paese, credibile ed efficace. Recependo le imponenti e continue richieste di cambiamento rivolte al Palazzo. Impresa non da poco, che se fallirà rischierà di portare a una situazione ancora peggiore dell'attuale tra pochi mesi appena.

La riconoscenza al presidente Napolitano deve essere chiara: la sua decisione di accettare un nuovo incarico certamente è stata dettata da sentimenti per il bene della Nazione, senza interessi personali. Ora il Giorgio Nazionale dovrà continuare a dividersi tra i suoi compiti di presidente, di marito e di nonno; ancora per un po', finché le forze lo reggeranno.

Auguri presidente!

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