Gioco pesante e aperture
Lorenzo Prezzi, direttore di La Settimana, giornalista cauto e nel contempo deciso, ha scritto il 3 giugno scorso sulle sue colonne: «L’assenza di una quadro teologico ed ecclesiale riduce l’insieme dei testi ad armi improprie di una scuola giornalistica che scambia la notiziabilità con la verità, la critica cinica con un superiore sentimento di onestà, le debolezze dei propri interlocutori come gesti di coraggio. Per fini che nulla hanno a che vedere con la riforma della Chiesa. Le contemporanee dimissioni di E. Gotti Tedeschi dalla presidenza dalla banca vaticana Ior appartengono a un’altra storia, ma contribuiscono a rilanciare il tema della governance ecclesiale».
Tra tantissimi commenti alla bufera mediatica che ha colpito la Santa Sede con la pubblicazione del libro di Nuzzi Sua Santità e con l’arresto del cosiddetto “maggiordomo del papa”, quello di Prezzi ci sembra un commento equilibrato e puntuale che mette l’accento su due questioni fondamentali: la pubblicazione di documenti trafugati, separati dal loro contesto, ha poco di serio e non aiuta alla conoscenza della verità dei fatti. Ma nel contempo tali documenti evidenziano la necessità di una riforma della Curia, già da tempo invocata e mai arrivata a conclusione definitiva.
Non va nascosto neppure come i noti gruppi di pressione dediti al discredito sistematico della Chiesa cattolica abbiano gioito per la diffusione di tali documenti, proponendo teoremi improbabili sulle lotte di potere all’interno del Vaticano. In particolare stupisce come nello stesso giorno, venerdì 8 giugno, riviste e giornali di tendenze solitamente opposte abbiano pubblicato “autorevoli” attacchi concentrici contro la segreteria di Stato. Coincidenze che paiono non casuali.
Va sottolineato anche come la sostanziale coincidenza tra l’arresto del maggiordomo e la sfiducia vaticana significata al presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, sia invece casuale. La vicenda della banca vaticana, triste e inquietante, non sembra avere molto a che vedere con le inchieste di Nuzzi.
Detto questo, le carte pubblicate sembrano tutte vere, o quasi. È inutile negare come dalla loro lettura traspaiano sentimenti, giudizi, pratiche e mire non proprio evangelici, anche e soprattutto a opera di “uomini di vertice della Chiesa”. Come in altri recenti casi, anche questa bufera sembra allora, come ripetutamente ha ricordato lo stesso Benedetto XVI, un invito potente alla conversione per persone e strutture implicate e per tutti coloro che lavorano in Vaticano in particolare. A 50 anni dal Concilio Vaticano II, serve quindi un forte impegno per rendere la doppia realtà della Chiesa indicata dalla Lumen Gentium, quella visibile e quella spirituale, non contraddittoria. Visibilità trasparente e spiritualità evidente, verrebbe da auspicare per la Chiesa.
Usando la metafora calcistica in tempi di Campionati europei, viene da dire che il gioco si è fatto pesante: ma più che difese strenue e tackle scivolati sulle caviglie degli avversari, serve la illuminazione dei grandi lanci e delle sapienti aperture.