Gioco d’azzardo: peculiarità e rischio di dipendenza
Nella nostra lingua si usa sempre lo stesso termine, diversamente accade per gli anglofoni, dove la parola gioco assume nomi diversi a seconda del significato. Nel play degli inglesi si sottolineano le qualità attive di chi gioca, nel game le qualità passive. E poi, c’è il gambling, che è tutt’altro. Un autore come Caillois già nel 1957 diceva che il gioco può essere:
- Agon (competizione): giochi che richiedono capacità intellettuale, fisica o di riflessione come le corse, il biliardo, il calcio, gli scacchi…
- Mimicry (mimesi): giochi d’imitazione quali le imitazioni infantili, le bambole, i giochi in maschera, il teatro…
- Ilinx (vertigine): il roteare infantile, la giostra, l’altalena, le montagne russe, l’acrobazia…
- Alea (dal latino “dado”, az-zahr in arabo): giochi in cui il risultato è affidato al caso, alla fortuna, come scommesse, roulette, slot machines, lotterie…
Quindi si parla di gioco d’azzardo quando esistono le 3 seguenti condizioni: il giocatore deve scommettere del denaro o un oggetto, una volta scommesso la posta non può essere ritirata, l’esito del gioco è dovuto al caso.
Ma cosa intendiamo per caso? “Il caso è un avvenimento che deriva da un numero così alto di cause, tra di loro in mille modi diverse, da essere imprevedibile”. Ma se questo è vero ne consegue che:
- Ogni giocata è imprevedibile
- Ogni giocata è indipendente da quella precedente
- Ogni giocata non è influenzabile
- Il gioco d’azzardo è l’unica attività umana in cui l’esperienza non serve
Purtroppo questi assunti non vengono presi in considerazione da chi gioca d’azzardo e la fanno da padrone, le cosiddette credenze distorte:
1) L’illusione di controllo: I giocatori credono di avere affinato un “metodo infallibile” per vincere. Di conseguenza, attribuiscono le vincite a loro stessi e alle proprie capacità di pianificazione, mentre le perdite al caso, alla malasorte o all’inezia di qualcun altro. A tale riguardo, per esempio, vale la pena anche ricordare che le slot machine sono costruite in modo da aumentare l’illusione di controllo attraverso modalità molto sottili. La bravura dei progettisti è valutata proprio su quanto sia difficile resistere a questa illusione. In ogni giocata la slot machine usa un generatore elettronico per selezionare un numero a caso a cui è connesso un esito che può essere una vincita o una perdita. Quindi, l’esito è casuale ogni volta che si preme il bottone, ciò che il giocatore fa attivamente è premere il bottone per scegliere un numero a caso collegato ad un esito ma non ha alcuna influenza sull’esito. La probabilità di vincita ad ogni giocata è la stessa senza nessuna influenza delle azioni del giocatore.
2) La fallacia di Montecarlo: Il giocatore tende a sovrastimare la propria probabilità di vincita in seguito ad una nutrita sequenza di perdite, e a sottostimarla invece subito dopo aver vinto. L’esempio classico è il lancio della moneta. Dopo aver ottenuto testa, diciamo, per cinque volte consecutive, la nostra tendenza è quella di prevedere un aumento della probabilità che il prossimo lancio sarà croce, che la probabilità sarà certamente a favore delle croci. In realtà però, le probabilità sono ancora 50/50.
3) Le quasi vincite: Nella mente del giocatore c’è la percezione di aver sfiorato la vittoria e la convinzione che insistendo nelle giocate questa dovrà per forza arrivare. Per esempio: ho scommesso sul 60, è uscito il 61
4) Le correlazioni illusorie: Gli individui credono che gli eventi che si aspettano correlati, in seguito a precedenti esperienze o percezioni, siano correlati anche nell’esperienza corrente, anche se non lo sono. Per esempio due variabili non correlate tra loro, come aver fatto un certo tragitto e una vincita al gioco, sono associate in modo ingiustificato.
5) La sovrastima: È il fenomeno per cui i soggetti attribuiscono un grado di fiducia alle proprie conoscenze ed abilità non corrispondente alla realtà.
6) La disponibilità delle vincite degli altri: La collocazione delle slot machine, per esempio, una di fianco all’altra fa sì che quando si vede che i compagni vincono, si rafforzi l’idea che le vincite abbiano una ricorrenza regolare e quindi si vincerà se si continua a giocare.
7) L’ errore intrinseco della memoria: I giocatori ricordano gli eventi di vittoria molto più facilmente rispetto alle perdite. Una serie di perdite con una vittoria finale viene categorizzato come un successo e la vittoria finale è il ricordo più saliente: una serie di perdite senza vincita finale non ha alcun ricordo saliente e perciò le perdite sono un unico ricordo che viene cancellato.
Viene a questo punto lecita la domanda: ma quando il gioco d’azzardo, da passatempo e possibilità di scelta, diventa necessità e spesso dipendenza? I criteri ufficialmente riconosciuti per diagnosticare un disturbo da gioco d’azzardo sono i seguenti:
- Il giocatore si sente preso dal pensiero del gioco
- Il giocatore ha bisogno di mettere in palio somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitamento desiderato
- Il giocatore fa degli sforzi ripetuti, ma infruttuosi, per controllare, ridurre o arrestare le sue attività di gioco
- Il giocatore si sente agitato o irritabile quando tenta di ridurre le sue attività di gioco, o quando tenta di porvi termine
- Il giocatore si dà al gioco per sfuggire a difficoltà
- Il giocatore, dopo aver perso del denaro al gioco, torna spesso a giocare, il giorno dopo, per recuperare le sue perdite (ossia per “rifarsi”)
- Il giocatore mente ai membri della sua famiglia, o ad altre persone, per dissimulare l’ampiezza reale delle sue abitudini di gioco
- Il giocatore può commettere degli atti illegali, come falsificazioni, inganni, furti, truffe, per finanziarie le sue attività di gioco
- Il giocatore, per via del gioco che lo domina, mette in pericolo o perde una relazione affettiva importante o un lavoro, o mette in pericolo le sue possibilità di studio o di carriera
- Il giocatore conta sugli altri per ottenere del denaro e per uscire da una situazione finanziaria grave provocata dal gioco
Se cominciano a manifestarsi alcuni dei precedenti criteri sarebbe opportuno cominciare ad interrogarsi sul proprio modo di giocare e chiedersi se forse è ancora così innocua la pratica dell’azzardo sulla propria salute psicofisica, le proprie finanze, il proprio sistema familiare. Come ben ricorda Dostojesky in Il giocatore: «Può darsi che l’anima, dopo aver provato tante sensazioni, non solo se ne sazi, ma al contrario, ne ricavi un’eccitazione che lo spinga ad esigerne sempre di nuove e di più forti, fino a restarne definitivamente spossato».
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