Gigolò per caso
E’ brillante, ironico, seducente come la parlantina di Woody Allen che, nei panni di Murray, libraio di New York destinato alla chiusura del proprio antico negozio, convince il giovane amico, idraulico ed elettricista, per niente bello – uno straordinario John Turturro, pure regista del film –, a fare il gigolò. Belle (come Sharon Stone) e brutte, giovani e vecchie, come dice Leporello nel mozartiano Don Giovanni, ci stanno e Fioravante “gigolò per caso” le corteggia con successo. Anche una bella vedova ebrea con cui potrebbe nascere l’amore, se non fosse che la comunità le si mette contro (e qui lo zampino di Allen si fa sentire…).
La commedia non è trasgressiva, ma delicata e infiora i sentimenti dei due protagonisti così poco seducenti: Allen, parolaio disinibito e amaro, e Turturro ingenuo e amoroso. Fra battute, carinerie, la New York bellissima fotografata da Marco Pontecorvo, la colonna sonora avvincente, il film scoppia di salute e vivacità, ma non è affatto superficiale. Ogni battuta nasce dalla vita, per questo la tinta amarognola si colora di gaiezza e di toni quasi surreali. Ma l’amore, quello serio, sta sempre in agguato con un pizzico di felicità.
Il week end pasquale promette altri film dei più vari generi.
Ecco le commedie nostrane: Ti sposo ma non troppo di Gabriele Pignotta e Song’ e Napule dei fratelli Manetti, la prima consueta, la seconda surreale. Si passa poi al cartone Rio 2: Missione Amazzonia, divertente, anche se un po’ meno del primo.
Sul piano più serio, troviamo Onirica di Lech Majewski, dove si rivisita la Commedia dantesca con grande fascino e Trascendence di Wally Pfister con un Johnny Depp nei panni dello scienziato esperto di intelligenze artificiali, ucciso, ma redivivo come coscienza. Un trhiller un po’ filosofico, un po’ di spionaggio, ma che fa pensare.