Il giardino esteriore e quello interiore

Fiori e fulmininel più antico Orto botanico universitario del mondo
Orto botanico dell'Università di Padova. Foto: Candela Copparoni

Delirava di felicità Darwin, da grande naturalista qual era, alla rivelazione del «caos di delizie» rappresentato dalle lussureggianti foreste attorno a Bahia. Sensazioni certo meno sconvolgenti dobbiamo attenderci dalla visita di un Orto botanico in piena città, ma la sorpresa è comunque garantita. Sorpresa di scoprire così a portata di mano queste oasi di quiete affidate alle cure di appassionati docenti e di solerti giardinieri; dove accanto a certe rarità del mondo vegetale inaccessibili ai più prosperano altre specie a cui abbiamo fatto l’occhio, perché le ritroviamo per strade e piazze cittadine, o sui nostri terrazzi, magari senza sapere che sono originarie di zone remote del globo.

Per chi può, suggerirei la visita dell’Orto botanico di Padova – circa due ettari, dietro la basilica del santo –, che, giunto praticamente intatto fino a noi dal 1545, anno della sua fondazione, è il più antico del mondo istituito con fini scientifici: fu voluto, infatti, dai docenti di medicina della celebre università patavina con lo scopo precipuo di coltivare e identificare le piante medicinali, i cosiddetti “semplici” (donde il nome di “giardini dei semplici” dato a questo tipo di istituzioni), arricchendosi poi nei secoli di microsettori in cui vengono coltivate piante a soggetto. L’ultimo ampliamento in un’area adiacente, per rappresentare la grande biodiversità delle specie vegetali: cinque grandi serre che illustrano un’ideale sezione del globo, dall’equatore degradando verso i poli, dalle condizioni più favorevoli per la vita con abbondante umidità ed elevate temperature che fanno crescere la foresta pluviale sino alle condizioni più estreme dove il freddo e la scarsa umidità rendono la vita quasi impossibile.

Inserito nel 1997 nella lista Unesco del Patrimonio mondiale, oggi questo gioiello della cultura e della scienza, che ha il merito di aver studiato e diffuso per primo in Italia e in Europa specie esotiche come la patata, il girasole e la magnolia, conta 7 mila esemplari appartenenti a circa 3500 specie botaniche, tra cui non poche del nostro territorio minacciate di estinzione. Passeggiando piacevolmente nei vialetti, tra vasche e serre, di fronte all’armonia di specie diverse provenienti un po’ da tutta la Terra, dove ha pari dignità il superbo cedro come il modesto lichene, non è escluso che dal regno vegetale ci venga suggerita anche qualche riflessione “profonda” a proposito dell’uomo. Che si vuole di più da un Orto botanico?

Intanto, proprio in quello di Padova è ambientata una storia fatta apposta per entusiasmare i giovani lettori: Fiori e fulmini, pubblicato da Editoriale Scienza. Fa parte della collana di divulgazione scientifica “I libri dell’Orto”, che in collaborazione con l’Università patavina tratta temi come l’importanza della biodiversità e dell’impegno umano per una gestione sostenibile delle risorse, il ruolo delle piante nella nostra vita, nozioni ed esperimenti di botanica e giardinaggio: per scoprire quanto la nostra vita e la nostra sopravvivenza dipendano dalla presenza e dalla salute del mondo vegetale.

Protagonisti della vicenda sono due ragazzi: Elia, che inseguito dai bulli della sua classe si rifugia nell’Orto botanico dove il nonno è un giardiniere, e Jasmine, figlia di genitori entrambi studiosi di botanica. In loro compagnia scopriamo tanti tesori del meraviglioso mondo verde nascosto nel cuore di Padova: da quegli autentici “cimeli” che sono la Chamaerops humilis, messa a dimora nel 1585 e chiamata dal 1786 “Palma di Goethe” dopo la visita del poeta tedesco, che ritenne di aver individuato in essa nientemeno che la prima pianta creata al mondo, al Platano Orientale del 1680, il cui enorme fusto è squarciato da una cavità (probabile conseguenza di un fulmine), all’imponente Gingko Biloba del 1750, i cui rami regalano in autunno la spettacolare visione di una cascata infinita di foglie dorate, all’ampia raccolta di piante velenose e carnivore.

Grazie agli insegnamenti del nonno e alla nuova amica, il timido e incerto ragazzo che è Elia riconoscerà la propria forza vitale e sboccerà con una energia così prepotente da scatenare gli elementi naturali. La brillante penna di Luigi Dal Cin e le vivaci illustrazioni di David Pintor aiutano il lettore a esplorare i solchi imprevisti del suo giardino interiore.

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