Gianroberto, icona pop della politica

Misterioso ed esoterico, intuitivo e poliedrico, post-moderno e post-partiti, è stato un “politico pop”, come Silvio, come i due Matteo
In memoria di Casaleggio © Michele Zanzucchi 2015

I funerali di Gianroberto Casaleggio, uno dei due leader dei pentastellati, si celebrano a Milano domani 14 aprile nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. In una chiesa, nonostante la parabola intellettuale del fondatore, assieme a Beppe Grillo, del Movimento 5 Stelle sia stata ben lontana dalle sacrestie. Anzi, la sua parabola intellettuale, professionale e politica è stata caratterizzata da una coltivazione maniacale del mistero e di una visione esoterica della vita.

 

Biografia in breve: malato da tempo, operato al cervello nell'aprile 2014, avrebbe compiuto 62 anni il prossimo 14 agosto. Presidente della Casaleggio Associati srl, società editoriale e informatica, guru in strategie web, dal 2005 curava insieme al figlio Davide il blog di Beppe Grillo, vero fulcro portante del M5S. Abbandonati gli studi di fisica, aveva lavorato dal 1980 come progettista di software all'Olivetti. Poi era stato alla Webegg (Olivetti+Telecom), specializzata in consulenze Internet. Sposato due volte, padre di Davide e Francesco, aveva incontrato Grillo rimanendone folgorato. Reciprocamente. Beppe Grillo sul suo blog ha riportato una sua dichiarazione al Corriere assai significativa: «Sono un comune cittadino che con il suo lavoro e i suoi (pochi) mezzi cerca, senza alcun contributo pubblico o privato, forse illudendosi, talvolta anche sbagliando, di migliorare la società in cui vive». Visionario e inflessibile, ha guidato il M5S con pugno di ferro semplicemente con un blog attraverso cui passa ogni respiro del movimento di Grillo.

 

Certamente il movimento fondato dal comico genovese e dall’imprenditore lombardo è ora chiamato alla prova di maturità per eccellenza. L’esito è incerto, ma bisogna lasciare agli attuali leader sul campo la possibilità di dar prova di capacità politica. La “democrazia web” preconizzata da Casaleggio non è ancora matura. Le intuizioni dell’imprenditore sono state certamente all’avanguardia, così come vent’anni prima lo erano state quelle della discesa in campo di Berlusconi. Ma la politica non vive solo di intuizioni geniali e di leader popolari; vive anche e soprattutto di idee “per, da e attraverso il popolo”.

 

Val la pena di sottolineare come Casaleggio sia parte integrante dell’attuale mondo politico che ricerca spasmodicamente “icone pop” da mettere nell’altarino del proprio Pantheon, alla stessa misura di Silvio e dei due Matteo, personaggi che hanno fatto e fanno della visibilità la loro prima arma. Sì, Casaleggio era riservatissimo, coltivava ad arte il culto del mistero e dell’esoterico, ma nel contempo usava look e parole da eroe da fumetto, al modo delle icone di Andy Warhol. Tex Willer e George Gurdieff, Olivetti e Gengis Khan, Asimov e chissà chi altro erano i suoi eroi, a prova di una cultura decisamente pop, non strutturata, sospinta da sinceri slanci umanitari ma arenata in piccolezze elette virtù pubbliche.

 

Si prenda uno di questi maître-à-penser di Gianroberto Casaleggio, Georges Gurdieff, mistico, visionario, musicista che non leggeva la musica e filosofo che non aveva studiato i classici, sospeso tra ebbrezza sufi e auto veloci dell’epoca, esoterico fino al parossismo, sempre in bilico tra la durezza montanara del suo Caucaso e le mollezze intellettuali degli château della regione parigina. Casaleggio ha preso non poco da quest’uomo. Nella mescolanza dei generi.

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