Gianna Fratta e la Lebanese Philharmonic Orchestra
Direttore d’orchestra e donna (sarebbe meglio dire direttrice?): un’associazione purtroppo ancora non molto abituale. Ma Gianna Fratta sta mostrando tutta la grinta necessaria per aprire la porta di una stanza fin qui ritenuta di esclusiva prerogativa maschile. Oggi, poco più che quarantenne, ha un curriculum di assoluta eccellenza, è pianista e insegnante di Composizione al Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia e alla Sungshin University di Seoul (Sud Corea). Il grande Maestro Yuri Ahronovich (1932-2002), di cui è stata assistente, ha scritto di lei: «Non ho mai conosciuto un direttore così giovane e già così dotato di braccia e di cuore». Gianna Fratta ha diretto concerti in ben più di mezzo mondo, collaborando con i Berliner Symphoniker, l’Orchestra dell’Opera di Roma, la Royal Academy e molti eccetera. Nel suo repertorio figurano: Rigoletto, Madama Batterfly, Tosca, Pagliacci, Cavalleria Rusticana, Aida, Carmen, Elisir d’amore, Turandot e molto altro. Ha contribuito in modo determinante alla riscoperta del compositore foggiano Umberto Giordano (1867-1948).
Nel 2009 il presidente Giorgio Napolitano l’ha nominata Cavaliere della Repubblica Italiana per i risultati ottenuti in campo internazionale. Nel dicembre 2016 ha diretto la XX edizione del Concerto di Natale al Senato della Repubblica, prima donna sul podio di Palazzo Madama dopo direttori come Riccardo Muti, Daniel Oren e Lorin Maazel.
In un’intervista comparsa su La Stampa-Donna (luglio 2013), così il Maestro Gianna Fratta parla del suo lavoro: «Il direttore d’orchestra ha un ruolo un po’ magico: non basta lo studio, ci vuole un carattere molto determinato, la capacità di coordinamento, il carisma. Ma il carisma puoi permetterti d’averlo solo se sei preparato. Se eserciti il tuo ruolo, che è di potere e di comando, solo con l’imposizione non sarai convincente. Occorre essere autorevoli e non autoritari, per convincere le duecento persone che hai di fronte, tra orchestra, cantanti e coro, che sei la persona giusta per occupare quel metro quadro di palco che è il podio».
Alla fine di gennaio 2017 Gianna Fratta ha diretto a Beirut, per la seconda volta, la Lebanese Philharmonic Orchestra in un concerto inserito in un consolidato programma promosso dal Conservatorio nazionale libanese insieme all’Istituto di Cultura dell’Ambasciata italiana in Libano. Una serata splendida realizzata come sempre nella grande St. Joseph Church dei Gesuiti di Monot-Achrafieh, a Beirut. Il programma per sola orchestra comprendeva 3 brani (Ouverture dal “Nabucco” di G. Verdi; Intermezzo da “Cavalleria Rusticana” di P. Mascagni; Intermezzo da “Manon Lescaut” di G. Puccini) e una seconda parte con l’intera Sinfonia n. 4 in fa minore, op. 36, di P.I. Tchaikovsky.
Il pubblico era numeroso, molto attento e partecipe. D’altro canto non è difficile a Beirut, città di ottime tradizioni musicali a 360 gradi, con un Conservatorio fondato quasi 100 anni fa che conta oggi circa 5.000 allievi, e questo sebbene durante la guerra del 1975-1990 abbia subito gravissimi danni, con la perdita di tutti gli strumenti e dell’intera biblioteca.
Le filiali del Conservatorio sono presenti nelle principali città del Paese. Nel 2000 è stata realizzata una filiale anche nel carcere di Roumieh, la più grande prigione del Libano. Il Conservatorio ha dato vita oltre alla LPO (l’Orchestra recentemente diretta da Gianna Fratta) ad una Orchestra nazionale libanese per la musica orientale araba, ed a diversi ensambles, fra i quali un Oriental Ensemble Arabic, alcuni Western Music Ensembles e una Jazz Big Band, gruppi che realizzano complessivamente più di 70 concerti ogni anno. La LPO partecipa anche a diversi Festivals musicali di grande prestigio come: Baalbeck International, Byblos International, Beiteddine Art Festival, Zouk Mikael International e Al Bustan Festival.