Ghiacci sempre più piccoli al Polo Nord
Le immagini satellitari registrano il minimo storico della superficie della banchisa polare. Gli effetti di questa riduzione sul sistema possono provocare nuovi disastri ambientali
I ghiacci del Polo Nord sono ai minimi storici. È il terzo allarme che lancia in poche settimane il Centro studi statunitense per la neve e i ghiacci (Nsidc). Dopo quello del 26 agosto scorso, quando il centro aveva segnalato che durante l'estate boreale la calotta polare si era ridotta al minimo storico dal 1979 (4,1 milioni di chilometri quadrati), il 4 settembre c'è stato un nuovo comunicato, seguito poi dall'ultimo, diramato dopo lo studio delle immagini satellitari del 16 settembre, che hanno mostrato un'ulteriore riduzione a 3,4 milioni di chilometri quadrati. L'evidenza dei dati ha stupito Mark Serreze, direttore del Nsidc: «Nessuno era preparato a che ciò avvenisse così rapidamente», ha esclamato riferendosi al processo di surriscaldamento globale.
«L'avevo predetto da anni», è stato invece il commento di Peter Wadham, dell'Università di Cambridge, la maggiore autorità mondiale in materia di ghiacci. Per anni Wadham ha esplorato e studiato la calotta polare navigando nei suoi fondali in un sottomarino e quando, nel 2007, i ghiacci registrarono la maggiore riduzione fino a quel momento, riducendosi ad una estensione di 4,17 milioni di chilometri quadrati, aveva lanciato un'allerta.
«L'avevo predetto da anni», è stato invece il commento di Peter Wadham, dell'Università di Cambridge, la maggiore autorità mondiale in materia di ghiacci. Per anni Wadham ha esplorato e studiato la calotta polare navigando nei suoi fondali in un sottomarino e quando, nel 2007, i ghiacci registrarono la maggiore riduzione fino a quel momento, riducendosi ad una estensione di 4,17 milioni di chilometri quadrati, aveva lanciato un'allerta.
Wadham sostiene che nei prossimi anni il ritiro estivo dei ghiacci del Polo Nord potrebbe avere effetti gravissimi e indica l'estate del 2015 o quella del 2016 come il momento del crollo finale che potrebbe provocare catastrofi ambientali inedite. Per Wadham vanno ridotte rapidamente le emissioni di Co2 (anidride carbonica), convinto che non si tratta di una decisione che può attendere decine di anni prima di essere messa in atto. L'esperto sostiene inoltre che vanno anche prese misure per contrastare gli effetti del surriscaldamento del pianeta, «utilizzando anche le nuove idee di geo-ingegneria che abbiamo suggerito». Tra queste figurano metodi per rendere più bianche le nuvole, la semina di minerali nei mari per favorire l'assorbimento di anidride carbonica, tecniche per rimandare nello spazio i raggi solari.