Nuove tensioni tra Usa e Corea del Nord

Tesione alta, troppo alta nella penisola coreana tra lanci di missili e minacce di distruzione: tra le voci di guerra si levano sia quella della Cina e della Russia, che scongiurano un intervento militare delle forze USA e dei suoi alleati.
Il lancio di un razzo dalla Corea del Nord

A vedere i leader nazionali coinvolti in questa questione sembrerebbe di vedere dei litiganti: solo che in gioco, al momento, ci sono milioni di vite di essere umani. Vediamo un attimo la situazione attuale nella penisola coreana.

Secondo il ministro degli esteri russo, Sergey Ryabkov, in un’intervista apparsa due giorni fa sul sito Russia Today, la Corea del Nord è ben lontana dalla capacità tanto proclamata di lanciare un missile in grado di di portare una testata nucleare in Giappone, negli Usa e nemmeno nella Corea del Sud, a pochi chilometri di distanza. Una cosa è un ordigno ancora primitivo, come Ryabkov chiama quelli «con fili e contatti» fatti brillare nel sottosuolo dai militari della Corea del Nord. Un altro discorso è un missile che porti una testata nucleare tecnicamente sofisticata capace di esplodere in un punto ben preciso: tutt’altro discorso dal punto di visto tecnologico e strategico. Per tutto questo la Corea del Nord ha bisogno ancora molti anni. Ed i russi parlano con dati tecnici alla mano, sia in fatto di tecnologia militare che di capacità di volo dei missili nord coreani, di cui ho già parlato nel mio precedente articolo http://www.cittanuova.it/ce-pure-voce-pace/

Allora, perchè la Corea del Nord continua a lanciare missili e a provocare le truppe alleate, almeno come ci viene descritto dai mass media occidentali? Semplicemente perché l’economia della Corea del Nord è ridotta allo stremo, strangolata da anni ed anni di sanzioni ed imbargo da parte delle nazioni occidentali. Sia la Russia che la Cina continuano, attraverso il Consiglio di Sicurezza, a proporre mozioni che riportino tutte le parti contendenti al tavolo di discussione…ma senza essere accolte da alcuni Paesi.

Gli Usa, attraverso il loro presidente Trump via Twitter, hanno fatto sapere che «c’è delusione verso la Cina che non costringe il Nord Corea ad un adempimento delle sanzioni imposte» (in modo unilaterale, dobbiamo dirlo). La Cina, attraverso i suoi organi ufficiali, ha risposto che «La Cina non ha nessun potere nella politica di un Paese sovrano, e sul suolo della Corea del Nord non esiste né una base militare cinese né un solo soldato cinese». Un modo pacato, gentile ma chiaro per ricordare che gli Usa mantengono 28.500 soldati nelle varie basi militari e navali della Corea del Sud.

Intanto gli Usa e gli alleati hanno chiamato i caccia bombardieri intercontinentali dall’isola di Guam, e questa non è una buona notizia: sorvoleranno la penisola coreana, a voler lanciare un avvertimento. Sembra sempre di più che sia in atto una politica di guerra ad ogni costo, invece che di dialogo a 360 gradi.

Russia e Cina non vogliono, per nessun motivo, un conflitto armato che distruggerebbe una nazione sovrana come la Corea del Nord e porterebbe truppe americano troppo vicino ai loro confini; la Corea del Nord non vuole essere strangolata dalle sanzioni economiche ingiuste ed in vigore da troppi anni, che stremano la popolazione; gli Usa e soprattutto il Giappone sembrano che vogliano una resa incondizionata della Corea del Nord, ad ogni costo. La Corea del Sud vorrebbe essere lasciata in pace, senza una guerra a risolvere il problema col Nord e non dover pagare il THAAD, sistema antimissilistico americano.

Questa la situazione, in breve, in uno dei luoghi più importanti del pianeta; in cui, se scoppiasse una guerra, questa scatenerebbe un conflitto potenzialmente mondiale in cui tutti saremmo coinvolti.

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