Gesù bambino e i neonati stuprati

Anche il Signore del cielo e della terra, ha voluto essere un bambino. Nel bambino Gesù, che oggi allieta la Chiesa e i cuori, vogliamo sforzarci di vedere tutti i bambini del mondo, in particolare quelli tenuti prigionieri tra le grinfie di adulti malati, disturbati, sessualmente e mentalmente agguerriti nei loro confronti. Queste parole dal sapore amaro non devono rovinarci il Natale ma, al contrario, farci gustare e vivere davvero la nascita del figlio di Dio che, umile, fragile, nudo, morto di freddo e di amore ci invita a mettere in salvo i suoi coetanei che non vengono abbracciati, cullati, coccolati.

Anche lui, il Signore del cielo e della terra, ha voluto essere un bambino. Un bambino debole, fragile, che ha bisogno di tutto, si affida a tutti. Un bambino che hai il dovere di amare, nutrire, coccolare, ma potresti anche violentare e uccidere. Nel bambino Gesù, che oggi allieta la Chiesa e i cuori, vogliamo sforzarci di vedere tutti i bambini del mondo, in particolare quelli tenuti prigionieri tra le grinfie di adulti malati, disturbati, sessualmente e mentalmente agguerriti nei loro confronti. Nel tenero vagito di Betlemme vogliamo sentire il grido straziante di tutti i bambini vittime della pedofilia, in particolare dei neonati. Al Dio Bambino chiediamo la forza di non essere vigliacchi, di non girare lo sguardo altrove, di non far finta di non vedere, non sapere. A Natale vogliamo pregare, cantare, chiedere perdono a Dio e ai fratelli per i nostri peccati di omissioni e di superbia; di avarizia e di ingratitudine. A Natale vogliamo contemplare i nostri bambini mentre giocano, dormono, mangiano, o, felici, scoprono i regali sotto l’albero. Vogliamo abbracciarli, baciarli, ringraziarli. La loro presenza, il loro entusiasmo, i capricci, i loro piccoli problemi ci fanno ritornare giovani, ci donano la capacità di guardare la vita con occhi di fanciulli, occhi buoni, aperti, attenti a ciò che accade intorno a noi. E mentre, al tepore delle nostre case, giochiamo con i nostri bambini, belli, sereni, dobbiamo fare un salto con la fantasia e pensare a loro, ai bambini in preda ad adulti che ne stanno facendo scempio. Don Fortunato Di Noto, fondatore e anima di Meter, associazione che si interessa di pedofilia e pedopornografia scrive:«Abusi orripilanti su neonati, tanti neonati. Crimini talmente orrendi che diventa perfino difficile raccontare e difatti se ne parla poco o nulla, perché fanno paura, non ci appartengono e si ha voglia di rimuovere alla svelta tali notizie dalla nostra sfera di informazione giornaliera». Il cuore sanguina. Questi bambini sono nostri, ci appartengono. Dio li ha affidati a noi. Sulla loro pelle si è sviluppato un mercato mondiale milionario. Una vergogna da capogiro. Neonati stuprati, fotografati, filmati. Necessita da parte di tutti un sussulto di umanità. Erode non è morto e nemmeno in fin di vita; Erode non muore mai, ma, imperterrito, continua a perpetuare la strage degli innocenti. Sotto i nostri occhi passano immagini e filmati di stupri veri, su bambini veri, neonati veri. Queste parole dal sapore amaro non devono rovinarci il Natale ma, al contrario, farci gustare e vivere davvero la nascita del figlio di Dio che, umile, fragile, nudo, morto di freddo e di amore ci invita a mettere in salvo i suoi coetanei che non vengono abbracciati, cullati, coccolati, ma violentati, stuprati, spesse volte uccisi. Don Di Noto continua: «Gli abusi sessuali sui neonati non sono più neanche una notizia. Non s’indigna più nessuno. Abbiamo atteso giorni e giorni prima che qualcuno si facesse sentire per rimuovere un indicibile materiale dove sono coinvolti sessanta neonati violati sessualmente e almeno tentare di individuare gli autori di tali abusi. Ci sono anche dei filmati dove si vedono chiaramente in volto gli abusanti».

Le vittime cui accenna don Fortunato sono esclusivamente neonati. Straziante. Orripilante. Non possiamo rimanere con le mani in mano. Occorre osare di più. Unire le forze, chiamare a raccolta cristiani, credenti di altre religioni, atei e agnostici di buona volontà. Pensiamo a questi neonati in questo giorno benedetto. Attraverso la nostra voce, il nostro impegno, il nostro sdegno, lo strazio di questi fratellini e sorelline deve tramutarsi in un boato che avvolge la terra nella notte santa e la fa tremare. Un boato che deve rimbombare nelle nostre vite, nelle nostre chiese, nelle nostre città. Rimaniamo accanto a don Fortunato e alla sua associazione, facciamo tesoro della sua esperienza trentennale. Non abbandoniamo, rassegnati, alla schiera di Erodi questi piccoli coetanei del Dio Bambino, che dai loro innocentissimi corpi spremono un piacere vergognoso, vietato, spietato, disumano.

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