Gesti concreti per le vittime della mafia

Da Cassano allo Ionio un concorso da centralinista riservato ai parenti delle vittime, per testimoniare che fare antimafia con i fatti si può. Il ricordo dell’uccisione di Fazio Cirolla

Fazio Cirolla, vittima innocente della violenza della ‘ndrangheta, era un generoso lavoratore e un padre che viveva con serenità e dignità insieme a sua moglie e ai suoi quattro figli. Nel pomeriggio del 27 luglio 2009 in un autosalone a Sibari, in Calabria, è stato ucciso per uno scambio di persona, davanti a suo figlio di appena 7 anni.

La morte violenta è stato motivo di disorientamento per tutta la comunità di appartenenza. Le manifestazioni organizzate ogni anno da parte di istituzioni e persone testimoniano la viva richiesta di giustizia di fronte a un delitto che ancora oggi a distanza di quasi 12 anni rimane impunito.

L’amministrazione di Cassano all’Ionio ha deciso di riservare il concorso a tempo indeterminato da centralinista al Comune alle vittime di mafia, così come consente la legge. Il concorso è stato superato da Angelo figlio di Fazio Cirolla. Ciò per il primo cittadino di Cassano all’Ionio, Giovanni Papasso, è «un chiaro segnale nei confronti delle vittime innocenti di mafia; questa assunzione è una scelta di campo. Stare con le vittime della mafia, con Cirolla e contro la delinquenza organizzata. È testimoniare di fare antimafia con i fatti e non soltanto con le parole».

Nei giorni scorsi Angelo ha ricevuto dal sindaco, in una cerimonia al palazzo comunale, le chiavi del suo ufficio. È stato un momento molto emozionante che il giovane ha vissuto insieme a tutta la sua famiglia. Il nuovo addetto al centralino del Palazzo di città ha iniziato il suo nuovo lavoro dallo scorso 1° giugno.

Per Rosa Cesarini, mamma di Angelo nonché moglie di Fazio Cirolla è sempre vivo quel dolore causato dalla morte violenta del marito e i momenti di tristezza sono stati vissuti nel nascondimento dai figli perché davanti a loro lei doveva dimostrare di essere forte per così incoraggiarli a superare quelle grandi difficoltà dovute alla morte improvvisa del capofamiglia. Oggi il dolore per mamma Rosa si trasforma in gioia poiché il figlio Angelo con questo lavoro è stato in parte risarcito dalla comunità.

Nel volto e nelle parole di ringraziamento Angelo Cirolla si scorgeva commozione mista con la nostalgia verso suo papà che troppo presto gli è stato brutalmente strappato; nel suo cuore sono conservati i ricordi del genitore ma anche le sofferenze che la famiglia ha sopportato come quelle di suo fratello minore, che è stato testimone diretto del crudele assassinio del padre. Angelo ricorda quando il fratello, dopo il trauma «era a pezzi e non riusciva a parlare». Questi fatti testimoniano quanto la mafia distrugge l’esistenza di coloro con cui, anche per sbaglio, viene a contatto.

Sono ancora vive le parole di papa Francesco durante la messa nella spianata dell’area ex Insud di Sibari di sette anni orsono. Il Pontefice quando venne a Cassano all’Jonio il 21 giugno 2014 usò parole forti contro la ‘ndrangheta: «la vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato. La ’ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato! Bisogna dirgli di no! […] Coloro che nella loro vita seguono questa strada di male, come sono i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati!».

Si comincia a raccogliere qualche sporadico frutto da quella storica visita del Pontefice, ancora il lavoro sulle coscienze è agli inizi.

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