Gentiloni: la ripresa economica per Europa e Italia arriverà prima del previsto
La Commissione europea ha presentato le previsioni economiche d’inverno 2021, che contengono un aggiornamento delle previsioni economiche d’autunno 2020 presentate nel novembre scorso, incentrate sull’andamento del Prodotto interno lordo (PIL) e dell’inflazione in tutti gli Stati membri dell’Unione europea (UE). Secondo le previsioni, l’economia della zona euro crescerà del 3,8% sia nel 2021 che nel 2022, mentre l’economia complessiva dell’UE crescerà del 3,7% nel 2021 e del 3,9% nel 2022. L’impatto economico della pandemia rimane disomogeneo tra gli Stati membri e, secondo le previsioni, anche la ripresa sarà caratterizzata da andamenti molto diversi.
Dopo un calo del PIL dell’8,8 % nel 2020, le previsioni per l’Italia vedono una crescita del 3,4% nel 2021 e del 3,5% nel 2022. Per quanto riguarda l’inflazione, dopo un calo del 0,1 % nel 2020, è previsto un indice dello 0,8% nel 2021 e dello 0,9% nel 2022.
A livello comunitario, l’Europa è ancora stretta nella morsa della pandemia di Covid-19. Il nuovo incremento del numero di casi e la comparsa di nuovi ceppi del coronavirus più contagiosi hanno costretto molti Stati membri a reintrodurre o a inasprire le misure di contenimento. Al tempo stesso l’avvio dei programmi di vaccinazione in tutta l’UE dà adito a un cauto ottimismo. Secondo la Commissione europea, però, la crescita economica potrà ripartire solo con l’allentamento delle misure di contenimento per, quindi, giungere a una ripresa più tempestiva e più forte.
Inoltre Next Generation EU, lo strumento dell’UE per la ripresa il cui fulcro è costituito dal dispositivo per la ripresa e la resilienza, potrebbe alimentare una crescita più forte di quanto prospettato, dal momento che la maggior parte dei finanziamenti non è ancora stata integrata nelle previsioni. Del resto, i rischi per l’economia sono principalmente connessi all’evoluzione della pandemia e al successo delle campagne di vaccinazione. I segni più profondi della crisi potrebbero permanere nel tessuto socioeconomico dell’UE, in particolare sotto forma di fallimenti generalizzati e capillari perdite di posti di lavoro. Ciò danneggerebbe altresì il settore finanziario, aumenterebbe la disoccupazione di lunga durata e aggraverebbe le disuguaglianze.
Dopo la forte crescita registrata nel terzo trimestre del 2020, l’attività economica si è nuovamente contratta nel quarto trimestre a causa delle nuove misure di contenimento adottate a seguito della seconda ondata della pandemia. Con queste misure in vigore, si prevede che le economie dell’UE e della zona euro registreranno un calo nel primo trimestre del 2021. La crescita economica dovrebbe riprendere in primavera e acquistare slancio durante l’estate, con l’avanzare dei programmi di vaccinazione e il graduale allentamento delle misure di contenimento. Prospettive più incoraggianti per l’economia mondiale dovrebbero anch’esse sostenere la ripresa.
In base alle previsioni, l’inflazione nella zona euro dovrebbe aumentare, passando dallo 0,3% del 2020 all’1,4% nel 2021, per poi scendere leggermente all’1,3% nel 2022. Le previsioni relative all’inflazione per il 2021 nella zona euro e nell’UE sono in lieve aumento rispetto all’autunno, ma nel complesso il dato dovrebbe rimanere contenuto. Il ritardo subito dalla ripresa continuerà presumibilmente a frenare le pressioni della domanda aggregata sui prezzi. Nel 2021 l’inflazione sarà temporaneamente spinta al rialzo da effetti base positivi sull’inflazione dei beni energetici, da adeguamenti fiscali – soprattutto in Germania – e dagli effetti di una domanda repressa su un’offerta ancora limitata in certi settori. Nel 2022, con l’adeguamento dell’offerta e la graduale riduzione degli effetti base, l’inflazione dovrebbe subire nuovamente un leggero calo.Paolo Gentiloni, commissario per l’Economia, ha dichiarato che «gli europei vivono tempi difficili. Siamo ancora nella morsa dolorosa della pandemia e le sue conseguenze socioeconomiche sono fin troppo evidenti. Finalmente, però, si comincia a intravedere una luce in fondo al tunnel. Dal momento che il numero delle vaccinazioni aumenterà nei prossimi mesi, un allentamento delle misure di contenimento dovrebbe consentire una ripresa più vigorosa durante la primavera e l’estate. Nel 2022, cioè prima di quanto precedentemente prospettato, l’economia dell’UE dovrebbe tornare ai livelli del PIL pre-pandemia, anche se la perdita di produzione registrata nel 2020 non sarà recuperata così rapidamente o allo stesso ritmo in tutta l’Unione. Queste previsioni sono soggette a molteplici rischi, connessi ad esempio alle nuove varianti del virus e alla situazione epidemiologica mondiale. D’altro canto, nei prossimi anni gli effetti di Next Generation EU dovrebbero infondere un forte impulso alle economie più duramente colpite, ipotesi, questa, non ancora integrata nelle proiezioni odierne».
Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo per un’economia al servizio delle persone, ha evidenziato che «le previsioni odierne infondono una reale speranza in un momento di grande incertezza per tutti noi. Le previsioni relative a una robusta ripresa della crescita per la seconda metà di quest’anno mostrano molto chiaramente che ci stiamo avviando verso una svolta nel superamento di questa crisi. Una risposta europea forte sarà fondamentale per affrontare questioni quali la perdita di posti di lavoro, l’indebolimento del settore delle imprese e l’aumento delle disuguaglianze. Molti saranno ancora gli interventi necessari per contenere le conseguenze socioeconomiche generali. Il nostro pacchetto per la ripresa contribuirà in ampia misura a sostenere la ripresa, con il sostegno delle campagne di vaccinazione e di una probabile spinta della domanda mondiale».
Le prossime previsioni della Commissione europea saranno quelle della primavera 2021, previste a maggio.