Gente di fede
Sulla 116a strada, a pochi isolati dal Central Park, si nota un edificio con alcune caratteristiche forme islamiche. È la moschea Malcom Shabazz di Harlem. Costruita nel 1965 sulle ceneri del Casinò Lenox, è un posto storico dove Malcom X scrisse e pronunciò importanti discorsi. Sebbene l’obiettivo principale sia, anche oggi, rinforzare la vita musulmana nella città, non manca la consapevolezza che solo il dialogo tra le religioni può garantire un futuro di pace. Sin dal 1993 la moschea è diretta dall’imam Izak-el Pasha ed è frequentata per lo più da musulmani afro-americani. È un tempo di grandi opportunità per noi – ci racconta il sorridente imam Pasha – perché abbiamo, come afro-americani, molto sofferto in questo Paese. La schiavitù e la segregazione sociale ci hanno impedito di sviluppare appieno la nostra identità. Ma, ringraziando Dio, nonostante queste esperienze dolorose, siamo stati sempre gente di fede. Anche l’elezione di Barack Obama è vista come una circostanza favorevole. Durante la campagna elettorale per le presidenziali, i musulmani hanno pregato per una nuova classe dirigente capace di rispettare la vita umana, con una credibile etica personale, e con la speranza che l’America sia vista come un luogo che accoglie le diverse culture dei popoli. Le attività della moschea sono molteplici. Accanto all’edificio è sorto un complesso residenziale con case a prezzi contenuti edificate dall’impresa di costruzione Malcom Shabazz. Le autorità locali preferivano delle villette unifamiliari, ma l’imam Pasha è riuscito ad ottenere il permesso di costruire delle case con all’interno quattro appartamenti così assegnati: uno per il proprietario e tre in affitto, di cui uno, il più piccolo, destinato solo a ragazze- madri. Il progetto ha funzionato – sottolinea con orgoglio l’imam Pasha – ed ora molte città stanno copiando la nostra idea. Altro settore in espansione è l’educazione. Pasha dirige la scuola privata Clara Mohammed dove la fede, non solo quella islamica, è la base e la fonte del sapere. La maggior parte dei nostri allievi – sottolinea l’imam – non sono fedeli dell’Islam. Solo il 30 per cento proviene da famiglie musulmane e nessun genitore si è mai lamentato che la nostra fede sia stata imposta a nessuno. Tra i progetti futuri un museo, inaugurato entro l’anno, che documenterà la storia degli afro-americani e l’amicizia della comunità islamica con i Focolari e Chiara Lubich che ha molto aiutato – conclude l’imam Pasha – ad aprire molte porte del dialogo con l’Islam.