Genova, un voto poco entusiasta

Il capoluogo ligure, così come la provincia, registra una percentuale di votanti eccezionalmente bassa. Dei candidati che non sono riusciti a convincere i cittadini in campagna elettorale dovranno così rimboccarsi le maniche in vista dei ballottaggi
I candidati alle elezioni comunali di Genova (foto ANSA)

Il primo risultato di queste elezioni comunali per Genova e provincia è la percentuale di votanti, bassissima: 48,38 per cento in città e per la provincia 49,13 per cento – ossia 7 punti in meno rispetto alle ultime comunali. E come sempre si sprecano pagine e pagine su quotidiani per analizzare cause e concause di un risultato così deludente. Così povero. E si finisce come sempre col tirare in ballo il bel tempo, tanto atteso e desiderato e poi colpevolizzato di aver impedito una affluenza più cospicua ai seggi. Non crediamo proprio a questa lettura dei fatti.

Quanto piuttosto alla deludente campagna elettorale, anzi alla incapacità dei candidati a primo cittadino di aver formulato un programma elettorale chiaro, interessante. Propositivo. No, tutto questo non è avvenuto, mentre uno stiracchiamento di slogan e di frasi confezionate ha tolto il sapore ad una competizione elettorale che poteva far emergere chi aveva il programma vincente. E ci voleva ben poco, perché l’amministrazione uscente ha deluso non poco chi l’aveva votata. Pochi progetti, poca capacità di vedute, poche prospettive per una città con gli abitanti tra i più vecchi d’Italia e d’Europa. Una città, Genova, dove il lavoro è a rischio in tutti i settori e la disoccupazione è galoppante. Dove il Movimento 5 Stelle ha la sua casa madre e si presenta diviso con due candidati che favoriscono centro destra e centro sinistra. E fanno perdere moltissimi voti e soprattutto credibilità al Movimento fondato dal comico di S. Ilario. Ora Marco Bucci, col 38,67 per cento – sostenuto da Forza ItaliaLega Nord e Lista Musso – Direzione ItaliaFratelli d’Italia e Vince Genova Bucci sindaco – si prepara a sfidare nel ballottaggio Gianni Crivello sostenuto dal Partito Democratico e da alcune liste civiche – Lista Crivello, Genova Cambia e A sinistra – col 33.44 per cento. Ora bisogna capire gli apparentamenti che verranno stipulati in vista del 25 giugno e che determineranno la vittoria.

Gira e rigira: bassa percentuale, programmi privi di intuizione e lungimiranza, ma scenario classico con centrodestra e centrosinistra separati da pochi voti.

«Il mio progetto è per tutti i 585 mila genovesi. Agli elettori del M5s dico che con noi scelgono un programma di cambiamento reale. Stiamo già pensando a un’ipotesi di giunta, abbiamo pensato anche a molte persone della società civile, che hanno deciso di fare un servizio per la propria città come me» dice Bucci, candidato sindaco per il centrodestra. Crivello per il centrosinistra ragiona così: «Il voto è quello di metà degli aventi diritto. Ora inizia una nuova partita e dobbiamo difendere una città che è progressista da sempre. Non credo che i genovesi vogliano lasciare la città a Salvini e alla Meloni. Credo che molti dei cittadini che, probabilmente, hanno voluto lanciare un messaggio alla sinistra, con il loro astensionismo possano tornare alle urne per evitare che Genova finisca in mano alla destra. Sarebbe controproducente per la città». Tra i comuni più popolosi anche Chiavari va al ballottaggio: qui lo scontro finale è tra il sindaco uscente Levaggi, centrodestra, e la lista civica di Di Capua.

Anche nell’altro capoluogo di provincia, La Spezia, si andrà al ballottaggio tra Pierluigi Peracchini  – sostenuto da Forza Italia, Lega Nord e An e alcune liste civiche – con il 32,61 per cento delle preferenze, contro Paolo Manfredini – sostenuto da Pd, Sinistra, Socialisti e altre liste civiche – che ha chiuso con il 25,07 per cento.

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