Genova sotto assedio rompe il patto di stabilità

Nove miliardi di euro in sette anni. Il piano di investimenti per la messa in sicurezza deve decollare senza tentennamenti per salvare un territorio vittima della cementificazione. Le promesse del governo nazionale agli amministratori che parlano di bollettino di guerra
Genova allagata

Gli abitanti della città di Genova sono attoniti, non meno quelli dell’intera regione Liguria. Basta percorrere le vie “critiche” del centro storico del capoluogo, basta fermarsi e ascoltare i discorsi degli abitanti. Basta ascoltare: loro non vogliono sentirsi dire nulla, no proprio nulla. Vogliono solo essere ascoltati. E scaricare il loro sfogo, che non è nemmeno rabbia, nemmeno risentimento, nemmeno critica. Ma solo un ritornello che ripete situazioni drammatiche vissute in questo ultimo mese e mezzo, di bombe d’acqua, di alluvioni, di trombe d’aria e di torrenti esondati, di negozi distrutti. Di lavori persi. Ma la situazione è critica ovunque.

Dal confine con la Francia e il Piemonte, fino al confine con la Toscana, sulla costa come nell’entroterra città e paesi non sono stati risparmiati dalla violenza meteo. Gianni Crivello è l’assessore comunale di Genova, ai lavori pubblici con deleghe per la formulazione del Piano triennale, Opere pubbliche, comprensivo degli interventi di sistemazione idrogeologica e di difesa del litorale, protezione civile oltre a una lunga litania di altri incarichi. Va avanti e indietro nel corridoio davanti al suo ufficio e spiega, per l’ennesima volta che: «Il terreno è fango, zuppo d’acqua, ormai al collasso, non so proprio come faremo, la città è in ginocchio». Frane, muri che si sbriciolano, persone sfollate, case crollate, cimiteri che franano nel torrente e bare che galleggiano sull’acqua. «Non so come faremo ad affrontare un impatto economico del genere, sottoporrò in giunta la soluzione del mutuo, ma non possiamo andare avanti così. Genova ha un territorio fragilissimo, è sotto gli occhi di tutti come stanno andando le cose, quindi abbiamo una necessità impellente di fondi da parte del Governo perché da soli non posiamo farcela». Dalla prima alluvione, quella del 9 ottobre scorso, ne sono seguite altre due. E’ un bollettino di guerra, che ad oggi conta 155 persone evacuate, 320 isolate, 500 situazioni ad alto rischio. E ora cessato l’allerta la conta dei danni fanno salire la cifra ad oltre 1 miliardo di euro.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio,  e il capo della Protezione civile ieri in un vertice a Genova hanno assicurato lo sforamento del patto di stabilità per consentire gli interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio: possibilità per i comuni di accedere a mutui a tasso zero per 3 miliardi; un piano nazionale con investimenti per 9 miliardi nei prossimi 7 anni per fare «tutto il possibile in un territorio tanto fragile come il nostro». La regione che vive in buona parte di agricoltura vede le sue produzioni sacrificate. Un intero versante collinare sulle alture la collina di Genova-Prà sta, franando sull'autostrada interessando due grosse aziende agricole che producono il basilico per il famoso pesto. Ma anche per l’olio, per i fiori, la situazione è disastrosa.  Gli abitanti della borgata Brigna, sopra Voltri, tra Crevari e Fabbriche: sono ancora isolati da una frana.  I volontari del comune sono riusciti ad arrivare a piedi, hanno girato casa per casa. Dopo la frana di sabato, se n'è aggiunta un'altra a valle, più profonda e lunga. L'esercito aveva pensato di realizzare un ponte militare, ma non è stato possibile per ragioni tecniche. Il Comune solo da sabato ha compiuto 116 sopralluoghi, 500 di frane solo in questo mese e mezzo, per una sessantina è stato dato carattere d’urgenza. Ma anche tutta la città a ponente è devastata, tutta la Val Polcevera è in ginocchio. Continua anche l’emergenza a Pontedecimo.

C’è una"Zona Rossa" sempre a ponente dove sono stati sgomberati due palazzi con molte famiglie si sono allontanate andando ad abitare da parenti, per altre sono state messe a disposizione camere in alberghi. A Pegli, il torrente Varenna si è infilato nelle fondamenta di un edificio e per un soffio non è stato sgomberato. Iole Murruni, presidente del municipio Val Polcevera spiega che a Bolzaneto, Pontedecimo e Rivarolo, se da un lato, si è riusciti a far tornare a casa metà delle persone di un palazzo dichiarato pericoloso, ma a San Quirico permangono situazioni di pericolo per altre abitazioni. Anche alcuni edifici scolastici hanno subito danni, allagamenti, e cedimenti di soffitti. Una frana ostruisce completamente la strada che porta al Santuario della Madonna della Guardia, che resta isolato. Nel levante, sopra Chiavari è caduta una frana in val Fontanabuona tra Monleone di Cicagna un’altra è caduta in località Scoglina, lasciando. Isolati i comuni di Favale di Malvaro e Lorsica. A Chiavari si spala ancora fango, che ha invaso il centro città e allagato negozi e primi piani delle abitazioni.

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