A Genova il carisma di Chiara Lubich nelle sue prime lettere

La presentazione del volume "Lettere dal 1939 al 1960" ha dato occasione alla comunità del capoluogo ligure di entrare a fondo nel pensiero della fondatrice dei Focolari
Lettere
ph Lucio Zini

Nella prestigiosa cornice della Sala di Rappresentanza di Palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, è stato presentato il volume Lettere dal 1939 al 1960 (Città Nuova) il 7 dicembre, attraverso il reading di alcune delle lettere del volume curato da Florence Gillet.

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L’evento è stato promosso da Città Nuova e dal Centro Chiara Lubich, insieme alla comunità dei Focolari della Liguria. Mauro Pirovano, attore e regista genovese, coinvolto fin dalle prime fasi dell’ideazione, ha colto in quelle lettere l’occasione per fare un dono alla città, in questa fase di ripresa nel post-pandemia, offrendo la possibilità di una immersione, anche attraverso l’arte, nel carisma di Chiara con uno sguardo particolare alle Istituzioni che nel 2001 l’avevano insignita della cittadinanza onoraria.

Nonostante i diversi imprevisti, con le defezioni delle ultime ore dello stesso Pirovano e dell’attrice Alice Bignone, anche lei genovese, che si sarebbero dovuti alternare nella reading, il pomeriggio ha dato modo ai più di 100 partecipanti che hanno gremito la sala di entrare a fondo nel pensiero della Lubich attraverso la sua penna diretta.

Fondamentale è stato l’aiuto di Maurizio Gentilini, storico, che con la sua introduzione e contestualizzazione della vicenda di Chiara Lubich ha ripercorso il contesto storico, sociale, linguistico dentro a cui il movimento fondato dalla sua concittadina trentina è nato e si è poi sviluppato, aiutando gli intervenuti a comprendere meglio il quadro dentro a cui il carisma di Chiara Lubich ha visto i suoi prodromi.

A completamento della prima parte introduttiva, i saluti delle autorità presenti, l’assessore Marta Brusoni, che ha ricordato l’importanza di lavorare insieme, uniti, sottolineando la sua disponibilità e quella della città per dare vita a qualsiasi progetto possa realizzare questo; il giovanissimo primo sindaco dei giovani di Genova, Benedetto Pesce Maineri, che ha ricordato come la Lubich possa essere un esempio anche per i più giovani.

In rappresentanza del vescovo è intervenuto don Gianfranco Calabrese, vicario episcopale della Diocesi di Genova per l’Annuncio del Vangelo e Missionarietà, che nel suo intervento ha sottolineato di questo memoriale, che rende presente il passato, tre aspetti che possono essere trovati guardando all’esperienza della Lubich: l’ambiente storico in cui nacque e si sviluppò il Movimento dei Focolari, molto simile a quello che viviamo nei nostri giorni, e che può insegnare al nostro oggi la fraternità come risposta alla violenza. Insieme ad una nuova presa di coscienza di ciò a cui siamo chiamati, la santità: «Oggi cerchiamo i like, mentre se c’è un buon esempio, c’è una santità incarnata, allora la gente ti cerca e si vive insieme».

Don Calabrese ha poi fatto riferimento all’aspetto culturale, che trasforma la carità dal sentimentalismo al riferimento al mistero di Dio, dimensione che non permette l’intolleranza, ma l’aprirsi «perché Dio non è mai un Dio di uno, ma è un Dio di tutti che diventa un Dio uno». Terzo aspetto sottolineato è l’importanza, nella storia del Movimento, della proposta della Lubich di categorie culturali concrete, come l’Economia di Comunione, che aiutano a superare la tentazione di una fede spiritualista.

Il saluto del Consiglio Comunale è stato portato dai consiglieri Paolo Aimè, di maggioranza, che ha sottolineato lo stupore che suscita in lui quell’esperienza concreta di Chiara, e da Stefano Amore, consigliere di minoranza, cresciuto nella Comunità di Sant’Egidio, che ha tratteggiato la figura di Chiara come quella di una donna che «anche in un mondo di divisioni e contrapposizioni forti e ideologiche ha voluto vivere un ideale di carità». Per questo oggi l’esperienza di Chiara rappresenta «una profezia esigente che ci chiede di non rassegnarci davanti agli odi, davanti alle distanze che sembrano incolmabili, non solo quelle della guerra, ma quelle che crescono nelle nostre città», per costruire qualcosa di nuovo, partendo dall’azione amministrativa.

Margaret Karram, presidente dei Focolari, è intervenuta con un videomessaggio dove ha ricordato la stima che Chiara Lubich espresse per i genovesi, sottolineando l’impegno dei Focolari nella realizzazione del testamento di Gesù, quel “Che tutti siano uno” stella polare della spiritualità focolarina, con l’augurio che  «questa giornata sia motivo di gioia, un momento di comunione, in una atmosfera di famiglia, di amicizia, di sincera apertura».

Momento centrale del pomeriggio il reading di alcune delle lettere presenti nel volume, affidato alla voce di Fabrizio Giacomazzi, attore, accompagnato dal Maestro Eliano Calamaro, già tra i primi violini del teatro Carlo Felice.

Ma non solo Chiara, non solo “passato”, ma anche il presente. I brani della Lubich sono infatti stati intramezzati dalle testimonianze di Eugenia Travo, don Tommaso Danovaro ed Emanuele Moggia che hanno tratteggiato come nella loro esperienza in famiglia, nel nuovo incarico come vice-direttore del Seminario di Genova e di attività politica come sindaco di Monterosso al Mare, una delle Cinque Terre, abbia avuto un ruolo importante l’incontro con la spiritualità di Chiara Lubich.

Questa modalità di presentazione del volume, oltre a permettere di entrare intimamente in alcuni degli scritti della Lubich contenuti nel volume, ha aiutato i presenti  a fare quell’esperienza di “immersione” nel carisma che si era auspicata, cogliendone la piena attualità, e a far rinascere la speranza che, nonostante tutto, possiamo ancora fare qualcosa per rispondere alle tante ferite della città e del mondo in cui viviamo: importante è esserci e muoverci insieme per «dipingere noi stessi il Paradiso» come ci ha stimolato il sindaco di Monterosso.

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