Gen Rosso, buona la prima
L’odio, le guerre tra popoli, i soprusi, la violenza sui più deboli, il terrorismo nelle sue forme più attuali e crudeli, non potranno essere sconfitti con “armi pari”. Non potrà essere l’odio a scacciare l’odio, né la violenza potrà essere punita con altra violenza. Solo l’amore, il dialogo e l’accoglienza potranno diffondere un seme di speranza e dar vita a un futuro migliore, perché «l’arte di amare è un’arte universale che si coniuga al plurale». È questa la lezione di «Campus», il nuovo musical del Gen Rosso che sabato e domenica, 28 e 29 marzo, è stato presentato in prima mondiale al Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare di Napoli.
L’evento è stato un vero successo, e a dimostrarlo non è stato solo il quasi tutto esaurito al botteghino, ma soprattutto l’entusiasmo del pubblico che si è lasciato completamente catturare dalle coreografie, dalle scenografie e dalle coinvolgenti musiche del Gruppo artistico internazionale. È proprio attraverso la fusione di ben dodici stili musicali che i nove protagonisti di «Campus» sono riusciti ad arrivare fino al cuore degli spettatori, lanciando messaggi ispirati alla solidarietà e al rispetto tra culture diverse, all’equa distribuzione dei beni, al rispetto del pianeta terra e della natura tutta, all’importanza di un dialogo aperto e sincero, a cominciare dalle famiglie, i primi luoghi dove sempre più spesso si generano incomprensioni e conflitti.
Con «Campus», insomma, il Gruppo ha innescato un passaparola mettendo al centro il significato e il valore della fraternità, per ricordare che la «libertà senza limiti è una frusta sul più debole». Lo spettacolo, ispirato a fatti realmente accaduti, narra le vicende di Raf, Jacques, Sam, João, Lucy, Biondo, Jay, Alicia e Rosita, nove ragazzi, diversi per cultura e provenienza, che si incontrano in un campus universitario.
All’inizio si creano non poche incomprensioni, il gruppo si divide in due: da un lato i ricchi, i prepotenti, che considerano “pezzenti e falliti” i giovani che cercano di studiare per migliorare la propria vita e costruirsi un futuro migliore; dall’altro lato tante storie difficili, di famiglie separate e di gente sfruttata, che vuole solo vendicarsi del male subito e prendersi la propria rivincita. Ma non tutto andrà come immaginavano perché arriverà il momento dell’incontro e della fraternità: in un sabato mattina, alle ore 7, le loro storie convergeranno in un unico luogo, il binario numero 7 della stazione della città, e ognuno dei personaggi sarà chiamato a prendere una decisione e a pensare all’altro. Solo allora, nel dolore e nello sgomento generale, i giovani studenti comprenderanno il valore del dialogo e della fraternità.
L’appuntamento tra Napoli e il Gen Rosso è stato organizzato dalla Fondazione Mario Diana onlus e dall’Associazione di promozione sociale Focus Focolari, con la collaborazione del Gruppo editoriale «Città Nuova». L’evento ha ottenuto il patrocinio del Comune e dell’Arcidiocesi di Napoli, e dell’Istituto universitario «Sophia». Sabato sera, alla prima mondiale ha partecipato anche il vescovo della Diocesi di Pozzuoli, monsignor Gennaro Pascarella.
Per i messaggi che lancia, Campus è molto più di uno spettacolo live, un vero e proprio progetto culturale. Nel pomeriggio di sabato, infatti, nella “Sala Italia” della Mostra d’Oltremare, lo spettacolo è stato preceduto da «Noi siamo dialogo», un convegno che ha toccato proprio alcune delle principali tematiche declinate in arte nel musical, attraverso gli interventi di don Pasquale Incoronato, direttore dell’Ufficio di Pastorale giovanile della Diocesi di Napoli; Luigi de Magistris, sindaco della città di Napoli; Pasquale Ferrara, diplomatico; Adnane Mokrani, professore di Islamistica; e della giornalista di “Popoli e missioni”, Anna Pozzi. Il convegno, moderato dal direttore della rivista «Città Nuova», Michele Zanzucchi, è stato arricchito dalle testimonianze di Valerio Gentile, manager del Gen Rosso e direttore di produzione di «Campus»; l'imam Kamel Layashi e Carlo Gallian, che hanno raccontato l’esperienza di convivenza sperimentata tra famiglie cristiane e musulmane in Veneto. Proprio per l’importanza e l’attualità dei temi, «Noi siamo dialogo» è stato particolarmente apprezzato e ha registrato la presenza di tantissime persone.