Il futuro secondo Luc Besson
Gli piacevano i fumetti intergalattici di Valerian fin da ragazzo. Ha aspettato anni perchè la tecnica si sviluppasse al massimo e ce l’ha fatta. Valerian e la città dei mille pianeti, in uscita il 21 settembre, ha coronato i sogni di un regista che da sempre ama viaggiare con la fantasia. Il futuro che ci aspetta è ottimista, da un lato. Nel 28esimo secolo l’uomo è una delle tante creature che popolano un universo sempre meno infinito con una molteplicità di razze, intelligenze, funzioni sorprendenti ed un pacifico governo cosmico.
Ci sono due personaggi, il maggiore Valerian (Dane Dehaan) coraggioso e scanzonato, e il sergente Laureline (Cara Delevingne), bella e determinata, che lavorano in coppia tra punzecchiature reciproche costanti: lui flirta con tutte, lei ama la famiglia sicura. Lui in fondo ne è innamorato, lei non lo sopporta. I due anti-eroi partono per un missione che li porta nella città di Alpha, una immensa metropoli dove sono approdate migliaia di specie da ogni parte dell’universo per condividere sapere, intelligenza e cultura: siamo nella prospettiva di un “universo unito” che si presume governato con saggezza. Ma c’è una forza misteriosa al centro di Alpha che la minaccia e i due “guerrieri” devono combattere contro il tempo per individuarla e mettere al sicuro non solo la città ma l’intero universo, trovando l’ultimo Mull Converter sopravvissuto (una minuscola creatura miracolosa che può salvare le civiltà). Ci riusciranno, lottando con forze oscure, presenti nello stesso governo e salveranno popoli minacciati di distruzione? Chissà se la loro storia d’amore avrà poi un esito positivo.
L’universo fantasioso di Besson dà il via ad uno sfolgorante uso di effetti speciali che ci catapultano, grazie al 3D, in un mondo di bellezza visiva e visionaria unica, tanto da farci entrare dentro di esso nelle folli corse con macchine volanti spaziali, nelle lotte in cielo in acqua e sott’acqua contro esseri mostruosi, criminali tremendi, senza un attimo di tregua così che il film ci sorprende di continuo, scivola rapido e leggero. Si passa così dall’avventura pura e dura – lei ferita e poi salvata da lui da un monarca orribile – alla scoperta dell’affollatissimo Big Market della metropoli, il quartiere a luci rosse con le performance di creature trasformiste che citano Shakespeare e Rimbaud, i negozi stupefacenti (ironia sul consumismo), alla protezione dell’oscuro comandante Clive Owen, e al salvataggio di un popolo esotico, somigliante ai personaggi del film Avatar.
Gran divertimento e formidabile spettacolo denso di citazioni, di generi miscelati in uno stile che esalta la fantascienza al massimo grado. La storia in fondo è semplice. È l’amore tra i due piloti extragalattici – privi di superpoteri e molto umani – nel conflitto dei “buoni” contro il male – il lato meno sereno del film – che anche in futuro continua ad aggredire e ad uccidere i meno forti, tentando la scalata al potere e minacciando la distruzione dell’universo. È facile leggere un richiamo al mondo attuale, così che il film fantasioso diventa pure una parabola sulla vicenda umana. Ma nulla di gridato, i dialoghi sono veloci, le battute efficaci e c’è tanta, ma davvero tanta, azione. I due protagonisti sembrano divertirsi moltissimo dentro le loro tute perfette, come del resto tutti i costumi, e noi con loro. Attenzione: Besson ad un futuro con altri esseri di diversi mondi ci crede per davvero, a quanto pare. E il film visionario lo dimostra.