Futuro dell’unione, avvenire dell’Europa. La dichiarazione di Laeken e la convenzione europea

Storicamente, l’Europa comunitaria si presenta come un’opera strutturalmente incompiuta, un “cantiere permanente”. La

Dichiarazione di Laeken, approvata dai Capi di Stato e di Governo il 15 dicembre 2001, marca, invece, una netta discontinuità. L’Europa ha scelto di passare da un processo di riforma giuridico-formale a guida elitistico-burocratica ad un esercizio democratico-rappresentativo di tipo precostituente. A un anno esatto dall’appuntamento di Nizza, i Governi europei, per concretizzare questi intenti, hanno deciso, a Laeken, di convocare una Convenzione che prepari convenientemente la prossima Conferenza Intergovernativa (formalmente necessaria per riformare i Trattati), e alla quale partecipino i rappresentanti del Parlamento europeo, dei Governi e dei Parlamenti nazionali, della Commissione, associando inoltre strettamente i Paesi candidati (ivi inclusa la Turchia). Si tratta di un’occasione unica per sperimentare, nel campo delle riforme istituzionali, un metodo già sperimentato per l’elaborazione della  Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

 

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