Fumata nera. Si va avanti
Sembra una fumata anomala. È la seconda e sono le 11 e 37, quindi presto rispetto al previsto. In una piazza San Pietro gremita di ombrelli, bandiere, pellegrini e turisti, cade una pioggia leggera. In sala stampa prende il sopravvento il panico. La fumata sembra biancastra. In realtà è grigia. Un colore indefinito che lascia tutti in sospensione per due minuti lunghissimi. Ma è poco per battere la notizia. Infatti, un denso fumo nero da lì a poco darà la certezza che anche il terzo scrutinio si è risolto con un nulla di fatto. Ora una lunga pausa, prima di riprendere le votazioni dopo le 16.
«Viviamo ‒ ha detto il portavoce vaticano Federico Lombardi ‒ un momento straordinariamente bello e intenso, iniziato con la rinuncia di Benedetto XVI e sentiamo salire l’emozione e l’attesa di avere il nuovo papa». La stessa emozione che attraversa la piazza dove ha smesso di piovere subito dopo la fumata nera. Quattro giovani studenti dell’Istituto Tecnico di Alba, in gita scolastica a Roma, confermano: «È stato emozionante. Una bella esperienza, peccato che la fumata era nera». «All’inizio sembrava bianca ‒ aggiunge un altro scherzando ‒ e a me che sono juventino andava bene anche una fumata bianconera».
Molte le bandiere e le magliette brasiliane. «Stasera torno ‒ dice un ragazzo del Paranà ‒ e spero di poter vedere il cardinale Odilo Sherer». In alcuni, soprattutto giovani, si evidenzia un tifo campanilistico. «Siamo per il cardinal Bergoglio perché è di Buenos Aires come noi ‒ dicono in coro cinque studentesse argentine ‒ , ma l’importante è che sia un buon papa per tutta la Chiesa. Però ‒ aggiungono con franchezza ‒ preferiamo un non europeo. Gli europei sono noiosi». Alcuni pregano il Rosario: un gruppo di suore, una famiglia, delle ragazze. C’è chi attraversa la piazza con il cane e il carrello della spesa, i bambini rincorrono i piccioni. «L’importante ‒ dice Domenico di Roma ‒ che sia un papa che abbracci tutto il mondo». Dice una cosa semplice ma è la realtà più autentica di un papa che sia, come dice Paul Ricoer, un padre “onniamante”, capace di amare tutti. «Aspettare, attendere, non sapere ‒ spiega Domenico ‒ dà un senso di mistero che mi ricorda lo stesso mistero della fede».
C’è tanta gente in piazza. «Ero sempre qui per l’ultimo conclave del 2005 ‒ interviene Maurizia ‒ e rispetto a 8 anni fa noto molta più partecipazione». Impressione confermata nel briefing da padre Lombardi: «Ad assistere alle due fumate nere c’era più gente di quanto io mi sarei aspettato, questo dice l’intensità dell’attesa, ma ho notato il clima sereno e gioioso che prelude certamente a una esperienza bellissima, ricordo otto anni fa che da tutta Roma la gente arrivava di corsa con il traffico bloccato: tutti amano il papa e lo ameranno da qualunque parte del mondo arriverà con lo stesso amore e intensità».
Annamaria è arrivata apposta da Napoli con la famiglia perché «spera in un papa che sappia stare vicino alla gente, capire le problematiche di tutti e renda la Chiesa sempre più trasparente». In 700 arrivano dalla diocesi di Manfredonia, ci sono diverse scuole in gita scolastica come i professori del Liceo Scientifico Epifanio Fedinando di Mesagne, in provincia di Brindisi. «Abbiamo portato ‒ spiega un docente ‒ gli studenti in piazza San Pietro perché è un momento storico, c’è un’atmosfera particolare per un evento unico». Camminano mano nella mano, sono brasiliani di Porto Alegre, e sono luterani. «Siamo qui in vacanza e siamo qui perché speriamo in una maggiore unità tra le Chiese cristiane». Anche noi. Sono le 12 e 23 ed ha ripreso a piovere. Nel pomeriggio sono attese altre due votazioni.