Frugando nel guardaroba dei senza fissa dimora

Per accogliere chi è in difficoltà il comune di Milano ha inaugurato un nuovo padiglione con oltre 50 posti letto, in cui sono confluiti anche i vestiti donati dai cittadini per l'emergenza freddo
barboni a milano

A inizio inverno Milano si preparava all’emergenza freddo sistemando nuovi posti letto e tende di primo soccorso, ma l’iniziativa più simpatica era stata l’appello, lanciato dall’assessorato ai servizi sociali, a tutti i cittadini. In pratica si invitavano i meneghini a mettere a disposizione dei senzatetto abiti, maglie, giacconi, cappotti, pantaloni e camicie, che forse erano abbandonati negli armadi e che invece potevano essere preziosi per coprire i senza fissa dimora. L’appello è stato raccolto da tantissime persone che hanno svuotato i loro armadi per aderire alla richiesta del comune.
 
In questi giorni l’assessore al Welfare del comune ha inaugurato in Via Ortles un nuovo padiglione per senza fissa dimora, con 54 posti letto distribuiti su due piani, dotando così il territorio comunale di ben 474 posti letto. In quest’occasione l’assessore ha mostrato anche il locale dove sono conservati tutti i vestiti donati dai cittadini e avanzati dall’inverno scorso. «Abbiamo dato una borsa lavoro a tre ospiti del dormitorio – ha detto l’assessore – che in un mese hanno lavato, stirato, piegato, appeso, diviso per generi gli abiti regalati dai milanesi, un patrimonio che resta a disposizione degli ospiti di viale Ortles. Così tutto questo vestiario avanzato dalla distribuzione nei mesi freddi è andato a costituire il primo nucleo di un nuovo servizio al dormitorio pubblico di viale Ortles, che non aveva mai avuto fino a ora un guardaroba.
 
Nel guardaroba ci sono diverse paia di scarpe, di vernice e in pelle, giacche, e poi maglie dell’Inter, tute da ginnastica, jeans e giubbotti caldi, scarponi, pullover e felpe di tutte le taglie e di tutte le marche. Nella casa d’accoglienza di viale Ortles – aperta alla città in occasione della festa di primavera con pranzo offerto dalla Fondazione Arca – c’erano molti dei senza fissa dimora che erano arrivati per l’emergenza freddo e che ancora sono ospiti della struttura.
 
Un’idea dell’assessore di continuare l’ospitalità anche dopo l’inverno, cercando di non far tornare sulla strada chi si è rivolto al comune nei mesi critici: «Non vogliamo più il vecchio dormitorio, ma un centro polivalente per gli adulti in difficoltà, con sportelli per aiutare a trovare casa e per studiare un reinserimento lavorativo, con programmi individualizzati che durino tutto l’anno.
 
Dobbiamo superare la logica dell’emergenza, sia per i senzatetto sia per gli anziani fragili. L’assistenza non può limitarsi per gli uni solo al “piano freddo” e per gli altri solo al “piano caldo”». È in corso in queste settimane da parte del comune il censimento di tutti gli utenti dei servizi d’accoglienza che vengono dotati di una tessera magnetica che darà accesso alle varie strutture pubbliche e private in grado di offrire riparo, cibo, vestiti, docce e accompagnamento sociale. Un microchip raccoglierà i dati anagrafici e sanitari individuali per agevolare le procedure di identificazione e di sostegno.
 

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