Fraternità, premiato il sindaco di Betlemme
Un premio giunto alla settima edizione che non finisce di stupire. L’idea vincente è quella di evidenziare il bene a livello locale, nazionale e internazionale. Non un riconoscimento a un singolo protagonista, ma a un gruppo di persone che si distinguono per promuovere la pace e la fratellanza. A Manfredonia, sabato 12 marzo, nel centralissimo palazzo dei Celestini, la sala è gremita, nonostante la pioggia inclemente. Man mano che si procede alla consegna dei premi si ha l’impressione che unire il bene sia possibile secondo la grande intuizione di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari. È un bene spesso ignorato che intesse una rete invisibile e sostiene il tessuto sociale delle città.
Il tema di quest’anno era: «Lavorare insieme per costruire la pace». La personalità più nota a conseguire il "Premio Chiara Lubich: Manfredonia città per la fratellanza universale" è il sindaco di Betlemme Vera Baboun. È la prima donna e la prima cattolica a governare una città circondata da un alto muro. È come vivere dentro un carcere a cielo aperto. «Ogni giorno ‒ spiega Vera Baboun ‒ affrontiamo grandi sfide per noi e per voi. Finché Betlemme è murata, ci sarà un muro attorno alla pace. Il problema è usare la religione come una maschera per coprire la malvagità e la guerra».
Ricorda poi le parole di papa Francesco quando, il 25 maggio del 2014, si recò a Betlemme: «Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia. (…) Anche oggi i bambini sono un segno. Segno di speranza, segno di vita, ma anche segno “diagnostico” per capire lo stato di salute di una famiglia, di una società, del mondo intero». Vera Baboun, vedova e madre di cinque figli, ricorda le immagini del piccolo Aylan, il bambino siriano annegato sulla spiaggia di Bodrum in Turchia. «Il segno di una buona umanità ‒ commenta il sindaco di Betlemme ‒ è quando riusciamo a proteggere i nostri bambini. L’umanità ha fallito quando i bambini non sono considerati come Gesù nella mangiatoia. Betlemme sarà sempre per la pace, per l’arte di amare, la speranza, la riconciliazione, la fratellanza».
Il diplomatico Pasquale Ferrara, anch’egli premiato, ha evidenziato come «i problemi sorgano quando le religioni diventano ideologia politica. La guerra santa in Siria ad opera dell’Isis non è una guerra di religione, ma la religione della guerra». «La visione di Chiara Lubich ‒ ha aggiunto ‒ non è stata solo profetica, ma strategica: mettere al centro il dialogo ed eliminare la violenza nei rapporti internazionali. Serve una governance globale per curare beni pubblici globali come l’acqua, l’inquinamento, l’aria».
Idea del dialogo condivisa anche dai rappresentanti italiani di Religions for peace che nel ritirare il premio indicano nel rispetto profondo, nel non credersi migliori degli altri, nel conoscere meglio la propria religione, le vie per cambiare il nostro modo di porci verso le altre religioni.
Commovente la vicenda del sottocapo della Guardia costiera, Antonio Treglia, che, in due interventi distinti, è riuscito a salvare 13 persone a rischio di annegamento. «Non c’è missione più bella ‒ commenta nel ricevere il premio ‒ che donarsi per gli altri, per salvare una vita umana». Insieme a lui è stata premiato anche il Corpo delle capitanerie di porto di Manfredonia.
L’oncologa Vanna Valori della Casa sollievo della sofferenza, l’associazione dei carabinieri di Manfredonia, le Suore di carità per l’assistenza agli anziani completano il quadro di una pace che si costruisce nell’impegno quotidiano per il bene fatto bene. Tra i ringraziamenti più graditi quelli del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in una lettera, esprime «il suo apprezzamento per questa iniziativa volta a tenere vivo l’esempio di uomini e donne che si adoperano a promuovere i valori universali della pace, della fratellanza e della solidarietà».