Fratello di tutti
La biografia di Charles de Foucauld parla da sé. Nacque a Strasburgo il 15 settembre 1858. Orfano a sei anni, venne cresciuto, assieme alla giovane sorella Marie, dal nonno materno. A 16 anni, perse la fede. Alunno all’accademia di Saint-Cyr, divenne sottotenente di cavalleria. Ricco di una notevole eredità, condusse una vita abbastanza disordinata, anche se mostrandosi coraggioso nelle operazioni militari alle quali partecipò nell’ovest dell’Algeria. Nel 1882, lasciò l’esercito e intraprese un viaggio di esplorazione nel Marocco che gli valse un’innegabile fama nel campo scientifico. Fu allora che ebbe inizio la sua ricerca interiore. Incontrò il rev. Huvelin, alla fine di ottobre del 1886, nella chiesa di Sant’Agostino a Parigi. Invece di impartirgli un corso di catechismo, come Charles de Foucauld chiedeva, il prete l’invitò a confessarsi e a comunicarsi. Per Charles fu l’incontro personale col Cristo, la conversione che orientò da quel momento tutta la sua vita. Dopo un pellegrinaggio in Terra Santa, diventò monaco trappista, poi eremita a Nazareth e a Gerusalemme. Ordinato prete a Vivai, nell’Ardèche, nel 1901, andò a vivere a Béni-Abbès, nell’ovest dell’Algeria, e poi a Tamanrasset nell’Hoggar, nel sud del paese, in mezzo ai tuareg. Fu proprio lì che morì in un agguato, vittima di un colpo di fucile davanti al suo eremitaggio, il primo dicembre del 1916. Un personaggio moderno Molti aspetti di questa vita avventurosa hanno colpito gli spiriti e i cuori di tanti, da un secolo a questa parte. I libri su Charles de Foucauld, di impari valore, si sono succeduti a ritmo sostenuto, opere per specialisti o per il grande pubblico. La prova affettiva dell’infanzia, l’esperienza della miscredenza, il periodo tumultuoso da ufficiale, il lavoro scientifico, l’ammirazione per la fede dei musulmani, il desiderio di essere il fratello di tutti in piena colonizzazione e durante la guerra mondiale, ne fanno un uomo eminentemente moderno. Ma se ciò ha potuto contribuire alla sua fama di santità, è stato necessario che de Foucauld passasse attraverso tutte le tappe del processo di beatificazione per arrivare a questo 13 novembre 2005 nel quale viene proclamato beato, nella basilica di San Pietro a Roma. Una famiglia spirituale Certo, i numerosi discepoli di Charles de Foucauld nel mondo non hanno aspettato questa beatificazione per mettersi alla sua scuola. Quasi 15 mila persone fanno oggi parte della famiglia generata della sua spiritualità. I diciannove gruppi che la compongono sono organizzati in undici istituti religiosi, due istituti secolari e sei associazioni pubbliche o private di fedeli. Insieme formano l’associazione Famiglia spirituale Charles de Foucauld. Ogni gruppo ha delle caratteristiche sue, che vengono dalla propria origine e storia. Ma tutti hanno in comune i grandi orientamenti di de Foucauld: vivere nello spirito di Nazareth, intorno a Gesù presente nell’eucaristia, per gridare il vangelo con una testimonianza di condivisione e di amore fraterno data a chiunque, ad ogni persona incontrata, con un’attenzione speciale per i poveri. Ma, evidentemente, grazie alla beatificazione, l’irraggiamento spirituale di Charles de Foucauld supera ora una nuova tappa. Tappe del processo Il processo informativo sulla vita, le virtù e la fama di santità di Charles de Focauld, così come la ricerca dei suoi scritti, sono durati dal 1927 al 1947. Superata questa prima fase diocesana, ha avuto inizio la fase romana, interrotta dal 1956 al 1967, a causa del conflitto tra Francia e Algeria. Hanno poi avuto luogo i diversi decreti necessari per arrivare finalmente, il 24 aprile 2004, a quello sull’eroicità delle sue virtù, approvato da Giovanni Paolo II, che ha nominato Charles de Foucauld venerabile. Nel frattempo, la guarigione a lui attribuita, nel 2002, di una persona di Milano colpita da un cancro alle ossa, veniva portata a conoscenza del postulatore della causa, mons. Bouvier, come richiesto dall’inchiesta sul miracolo. Anche in questo caso, alla fase diocesana a Milano è seguita quella romana, per finire col decreto di riconoscimento del miracolo il 20 dicembre 2004. Quest’ultima decisione pontificia ha aperto la via alla beatificazione. Va anche notato come, anche se morì di morte violenta, vittima della carità per i suoi fratelli, l’indagine sulla vita e la sua morte ha mostrato, seguendo i criteri della Chiesa cattolica, che de Foucauld non morì come martire della fede. È piuttosto la definizione di confessore della fede che si adatta al suo caso. Charles de Foucauld giovane cadetto a Saint-Cyr. Sotto: con mons. Guérin nell’Hoggar. A fronte: a Béni-Abbès. Uno dei nostri tesori La recente beatificazione di Charles de Foucauld che importanza avrà per l’Algeria?. È la domanda che abbiamo posto a mons. Henri Teissier, arcivescovo di Algeri. Penso che il movimento spirituale nato da Charles de Foucauld sia uno dei tesori della nostra Chiesa algerina. Certamente egli si è convertito durante una spedizione in Marocco, mentre il momento preciso della conversione è indicato a Parigi, nella chiesa di Sant’Agostino, che pur ci appartiene… Ma, dopo un tempo di ricerca spirituale, a Nazareth e nella trappa, la principale manifestazione del suo linguaggio spirituale proprio ha avuto luogo a partire dal suo arrivo a Béni-Abbès nel 1901, e fino alla sua morte, avvenuta poi a Tamanrasset nel 1916. Questi sedici anni hanno portato a compimento il suo messaggio di presenza, di relazione, d’incontro, di ascolto dell’altro. Tale messaggio è stato ripreso dalle sue congregazioni e fraternità. Qualche volta Charles de Foucauld è stato mal compreso, almeno al di fuori della sua famiglia; si è creduto che egli volesse scomparire, promuovere il nascondimento, favorire un cristianesimo che non porta testimonianza ma che si limita alla preghiera nascosta… Tutto ciò è assolutamente falso; Charles de Foucauld si è recato a Béni-Abbès non certo per nascondersi, ma per avvicinarsi al Marocco nel quale sperava ancora di poter rientrare. E lì ha dato testimonianza del vangelo. Si è poi recato nell’Hoggar, perché gli era stato detto che nessuno come lui avrebbe potuto raggiungere il popolo tuareg nei luoghi suoi propri. Ci è dunque andato non per rimanere solo nel deserto, ma per incontrare un popolo che non aveva ancora conosciuto il cristianesimo. È meditando la parabola del buon samaritano, la parabola della prossimità dell’amore evangelico, che è partito da Tamanrasset, non certo per ritirarsi in una cella isolata e così sfuggire all’incontro con la gente, ma perché quello era un luogo in cui le diverse tribù si riunivano durante l’estate. Certo, ha vissuto tutto ciò all’interno di una grande passione spirituale, ma ha lasciato un messaggio eminentemente missionario, una missione che non s’impone per la potenza delle opere, ma si esprime attraverso l’intensità della relazione con Dio, attraverso il primato dato ai valori di semplicità e povertà, e soprattutto di incontro con gli altri, nella prossimità quotidiana. È questo il messaggio che tutta la famiglia di Charles de Foucauld dà alla chiesa universale. Mi sorprende e m’inquieta sentir dire che in certi luoghi si parla di un messaggio ormai sorpassato: vuol dire che non lo si è compreso, e lo si è ridotto a una pseudo-spiritualità di una chiesa dell’annullamento, della scomparsa; mentre la sua è una chiesa della vicinanza coi poveri, con coloro che sono più lontani, nella vita quotidiana, nella preghiera e nella fraternità universale. L’OPERA OMNIA DI CHARLES DE FOUCAULD Gli scritti spirituali nella loro integralità affidati alle edizioni Nouvelle Cité. È stato nel 1973 che mons. Bernard Jacqueline, allora postulatore della causa di beatificazione di Charles de Foucauld a Roma, ha affidato alle edizioni Nouvelle Cité (corrispondente francese di Città Nuova editrice) la pubblicazione integrale degli scritti spirituali di de Foucauld.Testo base è la copia di Ghardaïa stabilita dai Padri bianchi e dalle Sorelle bianche tra il 1930 e il 1946. L’opera letterario de Foucauld comprende scritti profani, scritti spirituali e l’epistolario. Il lavoro di Nouvelle Cité si limita alla seconda categoria, a parte un volume intitolato Lettere ad un amico di liceo. Nel settembre 2002, con l’uscita del diciassettesimo volume intitolato Meditazioni sui Salmi, Nouvelle Cité è giunta alla fine dell’impresa editoriale. E questo grazie all’aiuto insostituibile di Pierre Sourisseau, archivista della postulazione, che ha seguito nei dettagli la preparazione dei differenti libri. Per completare i diciassette volumi che seguono l’ordine metodico della copia di Ghardaïa, Pierre Sourisseau ha redatto una nuova antologia, intitolata Au fil des jours (Col passare dei giorni), che comprende brani di tutti i volumi, ricollocati nel loro contesto cronologico. Questo lungo lavoro fa di Nouvelle Cité l’editore che ha più operato per gli scritti di Charles de Foucauld. Per informazioni: www.nouvellecite. fr In italiano, l’editrice Città Nuova ha pubblicato numerose sue opere, tra cui segnaliamo La mia fede, ristampata quest’anno.