Franz Jägerstätter, un contadino contro Hitler

Si fa memoria ogni 9 agosto di Franz Jägerstätter, obiettore di coscienza austriaco che si rifiutò di obbedire ad Hitler. Un testimone indicato come esempio per la gioventù da papa Francesco. Le celebrazioni in Austria  a 80 anni dal suo martirio. (primo di due articoli)
Franz Jägerstätter (wikipedia)

Pochissime persone in Germania e in Austria si rifiutarono, durante la seconda guerra mondiale, di arruolarsi nell’esercito tedesco. Fra queste emerge la figura di Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che venne giustiziato appunto perché rifiutò di prestare servizio militare nell’esercito di Hitler.  Per molto tempo la persona e le azioni di questo contadino austriaco sono state valutate diversamente e non hanno ottenuto quel riconoscimento che certamente meritano.

Al termine della guerra Josef Karobath, parroco e amico fraterno di Jägerstätter, ha cercato a più riprese di far conoscere la vicenda del giovane contadino, preparando degli articoli per i bollettini ecclesiali. Le autorità ecclesiastiche di Linz respinsero più volte la richiesta: presentare la scelta di Jägerstätter come un modello oggettivamente valido avrebbe significato riconoscere gli errori compiuti dalla Chiesa durante la guerra nel non condannare il nazionalsocialismo.

Inoltre si temeva la reazione dei molti reduci, che avrebbero potuto imputare alla Chiesa di non aver detto loro in tempo di guerra qual era la giusta posizione. Almeno due volte negli anni Cinquanta il vescovo di Linz intervenne per impedire la pubblicazione sul settimanale diocesano di articoli riguardanti Franz Jägerstätter. Fino alla sua morte, avvenuta nel 1982, il rev. Karobath si attiverà per fare in modo di far conoscere sempre meglio, sia in Austria che all’estero, la vicenda di Franz Jägersttäter, che lui riteneva un santo.

Il riconoscimento effettivo da parte della diocesi di Linz della testimonianza offerta da Franz Jägerstätter si ha ad opera del vescovo Wagner nel 1978 in occasione del 35° anniversario della morte, con la celebrazione di una messa commemorativa a St Radegund, il paese natale di Franz. Successivamente, nella messa per il 40° anniversario della morte, il nuovo vescovo di Linz, mons. Aichern, presenterà Jägerstätter come un autentico esempio di vita cristiana.

Nel 1983, nel martirologio d’introduzione alla messa celebrata dal papa al Donaupark di Vienna, trova posto anche il nome di Franz Jägerstätter.

In precedenza, durante il Concilio Vaticano II, il nome di Franz Jägerstätter era stato citato a lungo dall’arcivescovo gesuita di Bombay, Thomas Roberts; questi, infatti, aveva portato più volte l’esempio del contadino austriaco per richiedere un più preciso pronunciamento del Concilio in materia di pace e di obiezione di coscienza, oltre che per affermare il concetto di “responsabilità del laico” e quello della “dignità della coscienza morale”. Su questi ultimi aspetti la testimonianza di Franz Jägerstätter era stata veramente profetica.

Franz Jägerstätter nel 2007 è stato proclamato ”martire” dalla Congregazione Vaticana per le cause dei santi e successivamente il decreto è stato controfirmato da papa Benedetto XVI. Poi finalmente il riconoscimento ufficiale: il 26 ottobre 2007 Franz Jägerstätter è stato beatificato. La giornata è stata scelta in quanto vi si ricorda la liberazione dell’Austria dal nazismo.

La cerimonia di beatificazione è stata presieduta, a nome del Papa, dal cardinale Josè Saraiva Martins, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, nella cattedrale della diocesi austriaca di Linz. Alla cerimonia hanno partecipato la moglie Franziska, di 94 anni, e le tre figlie: Rosalia, Maria e Aloisia, con i rispettivi mariti e figli. Alla cerimonia erano presenti il vescovo Manfred Scheuer, postulatore della causa di beatificazione di Franz Jägerstätter, nonché vescovo di Innsbruk e presidente di Pax Christi Austria, il vescovo di Linz, oltre a varie autorità civili e religiose austriache. Folta anche la rappresentanza italiana, coordinata dall’associazione “Franz Jägerstätter Italia” di Trento, che, oltre a partecipare alla cerimonia di beatificazione, ha fatto visita al paese natale di Jägerstätter, St. Radegund, nel cui cimitero riposa la salma dell’obiettore austriaco.

Partecipando ad un percorso proposto quest’anno dal gruppo bresciano “Dio cammina a piedi”, ho visitato a St. Radegund  la casa-fattoria di Franz, recentemente restaurata e in parte recuperata anche per incontri di gruppi non numerosi. Al primo piano un piccolo museo conserva alcuni ricordi e con una serie di pannelli ricostruisce la vicenda del giovane obiettore. C’è anche la catena che teneva il prigioniero incatenato a un piede nel carcere di Berlino.

Il monaco americano Thomas Merton ha scritto che «la storia del contadino austriaco è in modo evidente quella di un martire, di un cristiano che seguì la propria coscienza e la volontà di Dio con una dedizione che non può trovare piena giustificazione soltanto in un movente umano. In altri termini sembra che già in questa biografia si possa trovare una prova persuasiva di ciò che la Chiesa cattolica considera santità. Il vero problema sollevato dalla vicenda di Jägerstätter non è unicamente quello del diritto individuale del cattolico all’obiezione di coscienza (ammesso in pratica anche da quelli che dissentivano completamente da Jägerstätter), ma è il problema della missione propria della Chiesa: di protesta e di profezia nella più grave crisi spirituale che l’uomo abbia mai conosciuto».

Franz Jägerstätter è stato veramente uno dei più limpidi testimoni della fedeltà alla propria coscienza, di fronte a vicende storiche chiaramente immorali e incompatibili con il messaggio cristiano.

Il secondo dei due articoli su Franz Jägerstätter può essere letto qui.

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