Frankie Dettori: l’uomo dei record
«L’Arc de Triomphe è la storia del galoppo, come se fosse la finale della Coppa dei Campioni»: queste dichiarazioni, riprese da un’intervista del 2002, rendono bene l’idea dell’importanza rivestita nel mondo dell’ippica dalla più prestigiosa corsa al mondo, che si tiene ogni anno a Parigi. Da ieri Lanfranco Dettori ha scolpito il suo nome nella storia del celebre classica francese, essendo l’unico atleta capace di conquistarla per cinque volte. Un trionfo atteso, vista la fenomenale accoppiata tra il fantino nato a Milano 47 anni fa ed Enable, cavalla inglese di tre anni di proprietà del magnate saudita Khaled Abdullah: «sapere di essere il primo capace di vincere cinque Arc è una grande emozione – ha dichiarato Dettori a fine corsa -. Enable è magnifica e per questo avevamo grande fiducia prima della corsa».
L’uomo dei record ha così aggiunto il trionfo di ieri alle vittorie nel 1995, 2001, 2002 e 2015: una sequela di successi che fanno anche comprendere la straordinaria longevità di questo atleta, lungo un cammino cominciato nel lontano 1985. Il padre di Frankie, Gianfranco detto “il Mostro”, era anch’egli un ottimo fantino: un sardo trasferitosi a Roma, prima lavapiatti e poi inserviente all’ippodromo delle Capannelle fino a diventare 13 volte campione italiano. È stato proprio Gianfranco Dettori a mandare il figlio in Inghilterra sin dall’età di 15 anni, per imparare meglio il mestiere. A Newmarket, centro nevralgico mondiale per le corse dei cavalli, non tutto è stato facile: il duro inizio, la solitudine e il cibo di scarsa qualità non hanno però scoraggiato Lanfranco, forgiandolo e facendolo man mano diventare il miglior fantino della storia del galoppo.
I numeri, d’altronde, parlano per lui: nel 1990 è diventato il primo fantino under 20 capace di vincere 100 corse in Inghilterra, quindi quattro anni più tardi è riuscito a conquistare con 223 successi il titolo di “Champion Jockey” britannico. Una carriera con più di 3000 vittorie in 24 differenti nazioni e un 2017 che, oltre a celebrare il suo quinto successo nel Prix dell’Arc de Triomphe, ha anche visto Dettori raggiungere il 600° successo in un Gran Premio internazionale, tra cui 224 appartenenti al cosiddetto “gruppo uno”, il più importante. La perla della sua lunghissima parabola, però, rimane probabilmente un’altra: il 28 settembre del 1996, Frankie è riuscito a vincere tutte e sette le corse in programma all’ippodromo di Ascot. Un’impresa che in oltre 300 anni di ippica nessuno era mai riuscito neanche a sfiorare.
Dietro i sorrisi, la disponibilità agli autografi, la nomina a membro dell’Ordine dell’Impero britannico e il suo celebre salto da cavallo dopo ogni vittoria c’è una storia di duri allenamenti, costanza e passione. Tapis roulant e palestra quotidiana, oltre a una dieta ferrea: «è necessario rimanere attorno ai 55 chili, essendo alto 1,63. Col tempo – ha dichiarato Dettori al quotidiano Repubblica – ho imparato a mangiare in maniera equilibrata: pesce, pollo e insalata. Non mangio un hamburger da 15 anni».
Grandi sacrifici ripagati da risultati straordinari, e una voglia di non fermarsi mai: «uno dei prossimi obiettivi – ribadisce Dettori a Repubblica – sarà quello di superare il record di vittorie di Doug Smith (3.111). Mi ritirerò dal mondo dell’ippica soltanto quando non mi divertirò più, in questo mi ispiro a Valentino Rossi: correrò sicuramente fino a 50 anni, poi vedremo stagione dopo stagione». L’erede della dinastia Dettori, comunque, c’è già: il dodicenne Rocco, uno dei suoi cinque figli, ha già partecipato alle prime gare raccogliendo da subito risultati egregi. Buon sangue non mente.