Francoforte vista “da dentro”
Cosa si osserva della Fiera internazionale di Francoforte, se si fa parte del novero dei 300 mila espositori presenti? Ce lo racconta dallo stand di Città Nuova il nostro corrispondente
Camminano per chilometri, portati su e giù dalle scale mobili, gli espositori e operatori di settore della Fiera del Libro. Ogni tanto qualcuno si ferma nel bel giardino quest’oggi inondato dal sole, e magari si toglie un istante le scarpe per fare riposare i piedi, duramente provati. Ma è questione di poco, poi subito si riparte. Ci sono, infatti, ben poche soste durante la lunga giornata lavorativa: un caffè, un panino, poco più. Se si è giunti fin qui è per trovare il libro giusto di cui acquisire i diritti, per vendere i propri di un libro che superi i confini nazionali. Ci sono i grandi, come gli italiani Mondadori e RCS, ma anche i tanti piccoli. Gli stand solo raramente si assomigliano: alcuni sembrano dei caffè francesi, altri piccole stanze o sgabuzzini, ma c’è movimento un po’ ovunque.
La Fiera conta ben 3000 eventi nel corso della manciata di giorni di apertura: open talk, video, seminari, dimostrazioni. Grandi protagonisti dell’evento gli editori di lingua inglese e spagnola, i più grandi mercati librari del mondo, ma anche e-book e websites che uniscono trasversalmente tutta l’editoria internazionale. E mai come ora i libri per l’infanzia, in formato cartaceo e digitale, sono presenti in maniera significativa in pressoché tutti i padiglioni della Fiera.
Eppure rispetto agli anni passati anche qui si respira aria di crisi, a partire dall’assenza di storici espositori. Uno sguardo sul settore dei libri cattolici, pur se diversificato per lingua e nazionalità, rivela una significativa riduzione degli scambi tra le case editrici. E incomincia a manifestarsi la preoccupazione dei commerciali, degli operatori cioè che domani venderanno i libri scritti o tradotti in questi giorni presentati alla Fiera, di una progressiva contrazione del mercato librario.