Franco se ne va

La Corte suprema ha autorizzato il trasferimento della salma del generalissimo dal grande mausoleo ai caduti spagnoli in una piccola cappella di famiglia. Forse così avrà termine una questione di “memoria” che ha acceso infinite discussioni

La Corte suprema ha finalmente presso una decisione, e l’ha fatto all’unanimità: i resti mortali del dittatore Franco possono essere riesumati dalla “Valle de los caídos”. Sembra, dunque, che la promessa elettorale di Pedro Sánchez possa arrivare in porto. Perché rimuovere (per alcuni risuscitare) Franco, sepolto 44 anni fa? Esistono argomenti pro e contro a non finire, tutti legati alla “memoria storica”, fatta legge nel 2007 per stabilire misure a favore di coloro che hanno subìto persecuzioni o violenze durante la guerra civile e la dittatura. E come si suol dire: fatta la legge, trovato l’inganno.

A proposito di memoria: la guerra civile in Spagna, con una durata di quasi tre anni, dal 1936 al 1939, causò intorno ai 500 mila morti, non solo tra i combattenti, ma anche nelle tante rappresaglie verificatesi perfino nei paesini più piccoli. Le cifre però sono tuttora oggetto di studio. Tanti morti finirono nelle fosse comuni, e sono queste appunto uno degli obiettivi dell’attuale legge di memoria storica: riesumare i resti di coloro che ancora giacciono «sul ciglio delle strade». In effetti, con i soldi che la legge ha stanziato, nell’ultimo decennio sono state scavate numerose fosse e identificati un gran numero di cadaveri. Venti anni dopo la fine della guerra, di quel mezzo milione di morti, oltre 20 mila furono riesumati in tutto il Paese e portati alla “Valle dei caduti”. Si tratta di una grande costruzione sotterranea in una collina a 60 km da Madrid, che comprende anche un’abbazia benedettina. In cima al colle, un’enorme croce di 150 metri domina il monumento circondato dalle montagne. Lì, dunque, riposano i resti di migliaia di persone in rappresentanza di tutti i caduti durante la guerra.

Spagna: Corte Suprema approva spostamento resti Franco

Alla morte del dittatore, si comprese come quel monumento fosse stato concepito come uno spettacolare mausoleo per lo stesso Franco. La sua tomba occupa in effetti un posto d’onore al centro della chiesa davanti all’altare. Negli ultimi 40 anni, gruppi di persone hanno visitato e continuano a visitare la tomba, non senza l’opposizione più o meno esplicita di coloro che non accettavano e non accettano che il generalissimo sia sepolto tra i “caduti”, perché lui non lo è. E poi, continuare a onorare la memoria di chi fece un colpo di Stato e si mantenne al potere per 40 anni non va proprio d’accordo con la sensibilità dei nostri tempi. Più volte ci sono stati scontri tra difensori e detrattori.

Ed ecco che arriva Sánchez con un’idea fissa: farla finita con questo posto di pellegrinaggio. Contrario sì, ma in modo moderato, se si pensa a quelli che hanno proposto pure di abbattere con la dinamite il monumento. Tuttavia non è stato facile per il primo ministro, che senz’altro immaginava l’opposizione ferrea dei discendenti di Franco, ma non la pensava tanto complicata nei tribunali. Quindici mesi sono trascorsi in attesa di una sentenza a lui favorevole, mentre non si risolveva il grosso problema principale: dove portare Franco? I discendenti del dittatore avevano proposto la cripta della cattedrale di Madrid, dove possiedono una cappella, ma far di questo luogo, al centro della capitale dello Stato, il nuovo destino del pellegrinaggio franchista non è piaciuto a Sánchez. La controproposta: il piccolo mausoleo dove è sepolta la moglie di Franco, nel cimitero di una località a 30 km da Madrid.

La sentenza della Corte suprema arriva in un momento che a Sánchez fa indubbiamente comodo, a poco più di un mese delle prossime elezioni generali. Ma la famiglia del dittatore non si arrende e sta già pensando di fare ricorso al tribunale costituzionale. Conta poi sul sostegno di tutti quelli che sono convinti che «con Franco vivevamo meglio», tra cui i 24 deputati dell’estrema destra di Vox e i 2,6 milioni di spagnoli che l’hanno votato.

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