Francesi senza carburante. Proteste a Parigi

Il personale delle ferrovie, dell’energia e di altri settori di grande importanza in Francia hanno intrapreso uno sciopero, iniziato tre settimane fa, per chiedere una condivisione più equa dei profitti aziendali, denunciando una bassa retribuzione. Diretta conseguenza la mancanza, ad esempio, di carburante per le auto. Forti pressioni sul presidente Emmanuel Macron affinché metta in atto nuove misure per ridurre l’impatto dell’aumento dell’inflazione. Manifestazioni a Parigi.
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Lunga fila di macchine di fronte a una stazione di rifornimento (Foto di AP).

Interruzioni di viaggio su treni e autobus regionali. Alcuni servizi Eurostar tra Parigi e Londra sono stati cancellati, annullate anche numerose tratte di Treni ReR (il servizio ferroviario della regione Île-de-France). Treni metro meno frequenti, disagi tra i lavoratori parigini ostacolati negli spostamenti verso la banlieue, zona periferica di Parigi, chiusure parziali di musei. Queste alcune delle problematiche che lo sciopero generale di martedì 18 ottobre ha causato alla capitale francese. Giunge in seguito ai blocchi nelle raffinerie e nei depositi di carburante e agli aumenti dei prezzi. 

Secondo l’Unione francese delle industrie petrolifere, sono circa 45 milioni i veicoli immatricolati nel Paese. Bloccando i 200 depositi petroliferi, viene interrotto anche l’approvvigionamento delle 11.000 stazioni di rifornimento sul territorio nazionale. Considerando che due terzi dei lavoratori francesi vanno al lavoro in macchina, poter fare rifornimento è fondamentale, perciò la questione sta diventando un problema concreto. Gli automobilisti rimangono in fila fino a 5 ore alle stazioni di servizio. Il rischio è di arrivare al distributore alla fine della lunga attesa senza ricevere il carburante di cui necessitano, perché terminato.

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Manifestazioni in Francia (Foto di AP).

La Francia dispone fortunatamente di scorte strategiche in 90 siti, equivalenti a tre mesi di consumo. Tra questi un deposito sotto terra a cui il governo ha deciso di attingere lo scorso fine settimana per cercare di affrontare l’emergenza. Ampio 9,2 milioni di metri cubi, è situato a Manosque, nelle Alpi dell’Alta Provenza, e si collega alle raffinerie di Marsiglia e di Fos-sur-Mer.

L’Assemblea nazionale ha approvato inoltre degli emendamenti, ritenuti dal governo anti-business, che derivano dalla pressione sociale sulle aziende affinché forniscano un maggiore contributo per contrastare la crisi economica in atto. Su di essa probabilmente influirà lo stop agli aumenti regolamentati dei prezzi dell’energia fino al 15 per cento all’inizio del 2023.

Il presidente Macron nel frattempo ha impegnato oltre 100 miliardi di euro in misure per proteggere famiglie e imprese dalla crisi energetica. Il governo però avverte che queste misure non dureranno per sempre. Ecco che le manifestazioni si aggiungono ad altre sfide per il Presidente, che ha perso la maggioranza assoluta alla Camera bassa del Parlamento alle elezioni di giugno 2022.



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