Francesco nella Terra dei fuochi: abbiate il coraggio di dire no al male
Il primo sguardo su Caserta, il cuore di quell'antica Campania felix, la prosperosa Campania, così ribattezzata dagli antichi romani, papa Francesco l'ha lanciato dall'elicottero. Dal cielo, gli hanno mostrato la terra dei fuochi, quell'area inquinata e devastata dalla camorra e dal malaffare. «È terribile – ha affermato il pontefice riferendosi agli sversamenti di rifiuti e ai roghi che vi vengono appiccati – che una terra così bella sia rovinata così».
Accolto come l'uomo della speranza, con un amore sconfinato e un'attesa durata tutta la giornata, sotto una pioggia violenta, prima, e sotto un sole cocente poi, Francesco non ha deluso la sua gente. Salutando tutti col suo sorriso dolce e cordiale e stringendo mani a quanti lo avvicinavano, il papa ha spiegato che «bisogna mettere Dio al primo posto nella nostra vita, preferirlo a tutti».
Ma cosa significa questo, concretamente? «Dare primato a Dio significa – ha detto nell'omelia il pontefice – avere il coraggio di dire no al male, alla violenza, alle sopraffazioni, per vivere una vita di servizio agli altri e in favore della legalità e del bene comune».
Chi segue Dio, chi ama i fratelli, ha aggiunto il papa, «si impegna a salvaguardare la loro vita e la loro salute, anche rispettando l'ambiente e la natura».
Interrotto dagli applausi delle migliaia di fedeli che lo ascoltavano, papa Francesco ha poi aggiunto: «Io lo so che voi soffrite per queste cose. quando sono arrivato un uomo mi ha detto: "Padre, ci dia la speranza". Io non posso darvi la speranza, ma posso dirvi che dove c'è Gesù c'è speranza». E chi segue Gesù «si impegna a rispettare i fratelli anche – ha ribadito parlando a braccio – salvaguardando la vita e la natura. Ciò è particolarmente importante in questa vostra bella terra, che richiede di essere tutelata e preservata, richiede di avere il coraggio di dire di no ad ogni forma di corruzione e di illegalità, richiede a tutti di essere servitori della verità e di assumere in ogni situazione lo stile evangelico, che si manifesta nel dono di sé e nell'attenzione al povero e all'escluso».
Forse pensando agli scontri tra residenti e immigrati di colore, che si sono verificati nelle scorse settimane in provincia di Caserta, il papa ha anche detto che la presenza di Gesù nella nsotra vita è fonte di gioia. Questa presenza trasforma l'esistenza e «ci rende aperti alle esigenze dei fratelli, una presenza che invita ad accogliere ogni altra presenza, anche quella dello straniero e dell'immigrato».
Parole che sono un vero e proprio programma di vita e di speranza, in queste belle terre martoriate dalla camorra e dalla corruzione. «Abbiate speranza – ha detto il pontefice al termine dell'omelia -. Non lasciatevi rubare la speranza».